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L’“anima vittima” che voleva soffrire per accompagnare Cristo

BLESSED ALEXANDRINA MARIA DA COSTA,DE BALAZAR
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Larry Peterson - pubblicato il 03/04/18
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La beata Alexandrina Maria da Costa spiegò che la Madonna l’aveva guidata fino a desiderare davvero la sofferenzaAlexandrina Maria da Costa nacque a Balazar (Portogallo) nel 1904. Il padre abbandonò la famiglia quando era molto piccola, lasciando la moglie e due bambine, Deolinda e appunto Alexandrina, nella povertà. Di conseguenza Alexandrina, che aveva frequentato la scuola solo per 18 mesi, venne costretta ad andare a lavorare. La bambina ad appena 9 anni aveva una forza insolita e riusciva a lavorare per molte ore svolgendo i duri lavori della fattoria.

A 12 anni Alexandrina contrasse una grave infezione. Fu sul punto di morire ma sopravvisse. Gli effetti della malattia lasciarono il segno, e la ragazzina soffriva molto ogni giorno. Nonostante questo, continuò a lavorare nei campi. Quando divenne adolescente iniziò a lavorare insieme alla sorella presso una sarta.

Le cose cambiarono rapidamente per lei. Era il Sabato Santo del 1918, e Satana stava facendo del suo meglio per distruggere la Settimana Santa a quante più persone possibile. Alexandrina, Deolinda e una sarta apprendista stavano lavorando insieme quando tre uomini fecero irruzione nella casa, decisi a violentare le tre ragazze. Alexandrina rifiutò di farsi avvicinare e riuscì a saltare da una finestra situata a quasi quattro metri dal suolo.

Si ferì gravemente. Rimase paralizzata, e i medici descrissero le sue condizioni come irreversibili, aggiungendo che avrebbe continuato a peggiorare. Nonostante questo Alexandrina, piena di fede, riusciva comunque a trascinarsi in chiesa. Pur se curva per le ferite, rimaneva in preghiera per ore. La sua salute peggiorò, e alla fine si immobilizzò. A 21 anni era ormai costretta a letto.

Alexandrina era profondamente devota alla Madonna, e pregava sempre sperando in una guarigione miracolosa. Promise di dar via tutto ciò che aveva, di tagliarsi i capelli e di vestirsi di nero per il resto della sua vita se fosse guarita. Non sarebbe stato così, ma Dio rispose alle sue preghiere, anche se in un altro modo.

Pian piano Alexandrina iniziò a capire che la sua sofferenza era una vera vocazione e che era chiamata ad essere una “vittima” per Gesù. “Nostra Signora mi ha dato una grazia ancor maggiore”, disse: “in primo luogo l’abbandono, poi la completa conformità alla volontà di Dio e infine la sete della sofferenza”.

Dio effuse le sue grazie su Alexandrina, e la giovane paralizzata iniziò ad anelare a una vita di unione con Gesù. Ora capiva che per fare questo avrebbe dovuto vivere nelle sue condizioni per amor Suo. Fu allora che la ragazza si offrì a Dio come “anima vittima”.

Dal 3 ottobre 1938 e fino al 24 marzo 1942, ogni venerdì Alexandrina “viveva” letteralmente le tre ore di Passione di Gesù. La sua paralisi sembrava abbandonarla, e riviveva la Via Crucis sperimentando un dolore fisico e spirituale schiacciante.

Il 27 marzo 1942 iniziò una nuova fase per Alexandrina, che sarebbe continuata per 13 anni e sette mesi, fino alla sua morte. Non riceveva alcun cibo se non la Santa Eucaristia, e un certo punto arrivò a pesare appena 33 chili. Gesù stesso un giorno le disse: “Riceverai molto raramente consolazione… Voglio che finché il tuo cuore sarà pieno di sofferenza ci sia un sorriso sulle tue labbra”.

Da quel momento in poi Alexandrina, indipendentemente dall’intensità del dolore che provava, ha sempre avuto un sorriso per chiunque andasse a trovarla.

Nel 1944 diventò membro dell’Associazione Salesiani Cooperatori di Don Bosco, alla quale si unì per poter offrire le proprie sofferenze per la santificazione dei giovani. Alexandrina morì il 13 ottobre 1955 a 51 anni.

Il 25 aprile 2004 è stata dichiarata beata da Papa Giovanni Paolo II, per il quale “il suo segreto di santità era l’amore per Cristo”.

Beata Alexandrina Maria da Costa, prega per noi.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]