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Qui presso a Te. Storia di Rosa, Yussef e Joana che non hanno abbandonato Gerusalemme

Jerusalem Cross

Widok na Kopułę na Skale i starą Jerozolimę z kościoła Dominus Flevit (łac. Pan zapłakał) na zboczu Góry Oliwnej. Fot. Or Hiltch | Getty Images

ATS Pro Terra Sancta - pubblicato il 30/03/18

Oggi celebrando la Via Crucis siamo tutti col cuore nei luoghi della Passione, ma grazie alla Custodia di Terra Santa le famiglie cristiane possono rimanere ad abitare accanto ai siti sacri

«Non ho mai lasciato la mia casa». Rosa, 73 anni, oggi vive da sola in un’antica casa della città vecchia di Gerusalemme. «Da più di cent’anni la mia famiglia è sempre vissuta qui e questi muri per me, rappresentano tutto». Ma c’erano numerose infiltrazioni d’acqua e spesso Rosa doveva utilizzare dei secchi per raccogliere l’umidità che scendeva dai muri. «Era diventato invivibile» racconta Rosa, che a quel punto si è rivolta alla Custodia di Terra Santa. Con il progetto La nostra casa Gerusalemme e Betlemme, anche attraverso il sostegno di ATS pro Terra Sancta, i francescani aiutano le famiglie cattoliche della Città Vecchia di Gerusalemme con interventi di restauro e consolidamento delle case che sono molto antiche.

I costi dei lavori sono spesso insostenibili per famiglie, così l’Ufficio Tecnico della Custodia provvede al restauro di ambienti domestici e a crearne di nuovi per assegnarli a famiglie più bisognose. «Queste case accanto ai Luoghi Santi – spiega fra Sergey Loktionov (Direttore dell’Ufficio Tecnico) – e la comunità che ci vive, rappresentano il cuore pulsante della ormai piccola comunità cristiana cattolica di Gerusalemme, senza di loro la Gerusalemme cristiana non esisterebbe più. Per questo vanno aiutati a rimanere».


WAY OF THE CROSS

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Durante i lavori spesso emergono tesori nascosti di una storia millenaria. Sotto la casa di Rosa, per esempio «esistono ambienti oggi abbandonati, alcuni perfino di età crociata, che stiamo pensando di restaurare e sfruttare» come spiega Issa, il capo cantiere. «Una volta, in uno di questi ambienti abbiamo perfino trovato una tomba di età crociata!».

Gerusalemme Vecchia infatti è una città che è stata distrutta e ricostruita innumerevoli volte e per questo, sotto lo strato attuale, è facile trovare interi spazi abitativi. Dato che non è più possibile costruire nuove abitazioni in Città Vecchia, alcuni di questi spazi vengono sfruttati per costruire nuove stanze per le famiglie più numerose o per accogliere nuove famiglie. La Custodia affitta le nuove abitazioni alle famiglie ad un prezzo molto basso e questo le incentiva a tornare e rimanere accanto ai Luoghi Santi.

È il caso della famiglia Abdnur. Felice dei suoi tre figli, Minoda, Farid, Josafin, Yussef si è spostato in città vecchia da Shu’ Afat (Gersualemme est, in città nuova), dove abitava in una piccola casa affittata. «L’affitto era troppo alto e anche se avevo un buon lavoro in un bell’ospedale, l’ospedale di Hadassah, ero costretto a chiedere una mano alla mia famiglia e agli amici» racconta il giovane. Grazie agli aiuti, oggi la situazione della sua famiglia è migliorata: un piccolo magazzino seminterrato è stato allargato e sono stati ricavati altri ambienti, tra cui una bellissima cucina. Yussef è davvero molto grato e ringrazia tutti i giorni per questa occasione.

Anche Joana è appena tornata ad abitare in Città Vecchia, esattamente accanto alla casa dove era nata. Da due settimane vive qui con suo marito Hassan e i suoi cinque figli, a due passi dal suq, in pieno quartiere musulmano. Lei è cattolica, ma come dimostra il cognome Sahagian, suo marito invece è cristiano armeno. «Per tanti anni – dice Joana – abbiamo vissuto in una casa piccolissima, era un’unica camera in cui vivevamo in sette persone!» Ora, Joana ha ottenuto una nuova casa spaziosa. «Grazie a voi che ci avete aiutato tanto con i lavori di ristrutturazione, mentre le decorazioni e le luci sono opera di mio marito». La cosa più bella per lei è essere ritornata vicino a sua madre, che abita lì di fronte in un altro complesso di case della Custodia, sviluppatesi intorno a uno dei tanti Hosh (un grande cortile) tipici delle città antiche di Terra Santa.

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