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Che ruolo hanno avuto gli angeli nel Triduo Pasquale?

ANGEL
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Antonio María Cárdenas - pubblicato il 29/03/18
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I momenti in cui i Santi Angeli hanno partecipato alla Passione, Morte e Resurrezione di GesùSiamo entrati nella Settimana Santa, in cui ci addentriamo nel mistero della nostra salvezza: la Passione, morte e resurrezione di Gesù, il Figlio di Dio. Questi eventi ci liberano dal peccato e sconfiggono la morte e il demonio.

Sulla portata universale di questi fatti, Papa Benedetto XVI ha insegnato che la croce ha una dimensione cosmica, si estende e raggiunge tutta la creazione (cfr. Udienza generale del 12 aprile 2006). In questo modo, gli angeli partecipano insieme agli uomini al trionfo pasquale di Nostro Signore, assistendo e aiutando a vivere e a celebrare questi misteri di amore e redenzione che Dio ci concede in Suo Figlio Gesù. La ragione è molto chiara e semplice: sono stati presenti a quegli avvenimenti, sono stati testimoni di quei momenti di passione di Nostro Signore.

  • Tutta la vita di Nostro Signore è stata caratterizzata dalla presenza e dall’assistenza dei Santi Angeli (cfr. Catechismo, n. 333): si ritrovano nell’annunciazione, dopo le tentazioni nel deserto… Nella Passione, morte e resurrezione di Gesù li vediamo assistere e partecipare in modo unico, con una reverenza che non si riscontra in alcun altro evento della vita del Figlio di Dio.
  • Il Giovedì Santo. In quel giorno si verifica qualcosa di bello e grandioso: un angelo si avvicina a consolare e confortare Nostro Signore di fronte al peso che la sua anima santa e divina assume caricandosi del peccato vostro e mio (cfr. Luca 22,41). L’angelo è stato l’unica creatura che lo ha consolato e confortato, e per questo ha visto nel volto di Gesù il carico di assumere tutti i peccati dell’umanità. Ha visto il corpo sudato e coperto di sangue di Nostro Signore per il peso del peccato. Dopo aver ricevuto la visita di quest’angelo confortatore, Gesù inizia a sudare sangue.
  • Il Venerdì Santo. Ecco il grande mistero e scandalo: la Croce, il trionfo del Signore sul peccato, sul male. Il Padre della Chiesa Germano di Costantinopoli, nel Sermone sulla Sepoltura del Corpo del Signore, insegna che gli angeli salivano e scendevano intorno alla croce: salivano perché il Figlio di Dio, ora sulla Croce, era stato abbassato rispetto agli angeli, perché si era umiliato fino alla morte, e alla morte di Croce (cfr. Filippesi 2, 8), e subito dopo scendevano riconoscendo chi è ben al di sopra di ogni principato e potestà.
  • Veglia Pasquale. Tutti i Vangeli parlano della presenza degli angeli in questo evento centrale per la nostra fede: Giovanni 20, 11-13; Marco 16, 1-7; Matteo 28, 1-8; Luca 24, 1-10. Sono gli angeli che indicano alle sante donne che Gesù è risorto e che il sepolcro è vuoto. Queste creature angeliche vengono descritte con vesti scintillanti, e questo fatto, secondo San Girolamo nel suo Commento al Vangelo di San Matteo, esprime la gloria del Trionfatore. Gli angeli, dice Girolamo, sono già vestiti della gloria di Cristo risorto, partecipano al trionfo di Cristo.

Che conseguenze ha questa presenza sulla nostra vita?

Dal fatto che gli angeli abbiano assistito e partecipato attivamente a questi misteri della nostra salvezza deriva che “sono anche chiamati ad avere la loro parte nella storia nella salvezza degli uomini” (Giovanni Paolo II, Udienza generale del 6 agosto 1986)
L’aiuto offerto dagli angeli e derivante dalla loro partecipazione alla Passione redentrice di Gesù ha vari aspetti:

  1. L’evangelista Luca ci dice che dopo la consolazione e la forza ricevute dall’angelo Gesù “pregava più intensamente” (cfr. Luca 22, 44); la consolazione che ci porta il nostro angelo serve a farci unire di più alla volontà del Padre, non ad abbandonare il cammino della croce o a smettere di soffrire. L’angelo non tira via Nostro Signore dall’Orto degli Ulivi, ma lo porta ad addentrarsi e ad approfondire questo mistero d’amore di Dio Padre.
  2. La consolazione che offre l’angelo non deriva necessariamente da parole di consolazione o di incoraggiamento che ci rivolge. L’angelo che ha consolato Nostro Signore non dice una parola, non gli parla. Per spiegare questo, San Tommaso d’Aquino usa un’immagine molto semplice, dicendo che come la fiamma diffonde la luce e il fuoco irradia il calore, così il contatto con una persona virtuosa ci rende migliori. In questo modo Nostro Signore riceve la consolazione per la sola presenza dell’angelo; la sua vicinanza basta a renderci migliore, il semplice contatto con lui è sufficiente per crescere nella virtù (cfr. Summa contra Gentiles, III, cap. 92).
  3. Gli angeli che erano presenti alla crocifissione di Nostro Signore sanno che Dio trae il bene dal male, che preferisce trarre un bene dal male piuttosto che evitare qualsiasi male, e per questo sanno che dietro ogni croce brilla una grande luce, quella dell’amore del Padre. Il vostro angelo percepisce questo aspetto luminoso, capta la luce alla fine del tunnel oscuro che a volte si presenta nella nostra vita, e rafforza e porta consolazione perché andiamo avanti e non desistiamo dal progetto di salvezza che Dio ha per noi.
  4. La luce trasmessa dagli angeli è la luce del trionfo, la vittoria sulla morte e sul peccato – la luce della resurrezione. Come gli angeli si sono rivolti alle sante donne, il nostro angelo si avvicina a noi e ci dice “È risorto”, e ci dà delle prove di questo: “Guarda il sepolcro vuoto”, facendoci leggere gli eventi della nostra vita in base alla Parola di Dio: “È risorto, come aveva detto” (cfr Luca 24, 1).
  5.  Il contenuto del dialogo con gli angeli non è altro che quello della presenza di Gesù, che “morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici” (1 Corinzi 15, 3-5).

Apriamoci tutti insieme – angeli e uomini e tutto il creato – a questo amore di Dio manifestato nel Suo Figlio Gesù. Una felice Pasqua a tutti.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]