Un disturbo complesso che colpisce le donne il doppio degli uomini. L'accettazione di sé è un viaggio irto di ostacoli, lasciamoci aiutare da chi c'è accanto e, contemporaneamente, osserviamo i nostri cari e amici tenendo conto di alcuni segnali d'allarme
Se ne parla un personaggio famoso, è più facile che un argomento esca dalla cantina della vergogna.
La depressione è uno di quei temi che o viene trattato con ironica leggerezza o come una macchia orribile. Né l’uno né l’altro. Ogni tanto ci scappa di dire: «Lasciami stare, sono depresso» ed è un modo di dire per esprimere uno stato d’animo solo un po’ abbattuto. Oppure lo usiamo come insulto cattivo e perfido: «Sei un depresso!». Ma non è né l’uno né l’altro.
La depressione non è un’influenza, per cui basta una medicina e tutto passa. Lo ha detto Ela Weber qualche giorno fa a , raccontando senza fronzoli emotivi il periodo più brutto della sua vita, all’indomani della pioggia di occasioni, eventi, esposizione che la fama mediatica le gettò addosso.
Gli studi di settore dichiarano che questa malattia colpisce le donne il doppio degli uomini, e non è una questione di bieco sessismo ma di differente conformazione biologica. Addentrarsi nei meandri di questa patologia richiede prudenza perché è un mondo complesso in cui i fattori genetici interagiscono con le vicende della storia personale, con i fattori di stress e con l’unicità che ciascuno è.
Non è nostro compito spiegare la depressione, ma il caso di Ela Weber può essere un’occasione buona per sciogliere alcuni nodi che qualcuno custodisce con pudore tra sé e sé e che qualcun altro può riconoscere in un proprio caro. Possiamo conoscerci un po’ meglio e possiamo aiutarci a vicenda, questo sì. Non basta un articolo, questo sarà un primo passo per stare a tu per tu con un argomento che ci è caro.
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Cominciamo da una frase chiave che Ela Weber ha detto alla conduttrice Francesca Fialdini: «Non ero più io, era il fenomeno. Quasi nessuno conosceva Manuela, tutti conoscevano Ela». Il viaggio di essere se stessi è un percorso a ostacoli che comincia ogni mattina quando mettiamo un piede giù dal letto e riguarda i vip, tanto quanto l’uomo comune. La donna famosa vive in modo più eclatante la scissione tra persona e personaggio (Manuela/Ela), però la frattura esiste per tutti. In un momento particolarmente difficile della mia vita, scrissi sull’agenda la battuta che Pirandello fa pronunciare alla Signora Frola in Così è se vi pare: «Io sono colei che mi si crede, e per me stessa nessuna».