Spesso mi vedo trascinato dalla folla. Oggi penso una cosa. Ma se la folla grida forte mi tenta a cambiare opinione e a pensarla in un altro modo. Dico che questi sono i miei principi, ma se poi la pressione della folla è forte li cambio. Non importa.
Diceva padre Josef Kentenich: “Ai nostri giorni risulta già abbastanza difficile avere una vita interiore rigorosa dietro le mura protettrici di un convento, ed è ancora più difficile per l’uomo maturo immerso nella vita civile. Noi non siamo né membri di un ordine religioso conventuale né persone già mature. Le tormente degli anni giovanili non hanno ancora finito di calmarsi in noi, e ci spingono violentemente a unirci allo stile di vita della folla”.
Massificarmi mi fa paura. Posso cadere in questa massificazione anche nel campo della fede. Faccio le cose perché le fanno tutti. Faccio la Comunione per non “stonare”. Parlo con Dio come parlano altri, anche se non ho una profonda esperienza del suo amore.
Mi posso massificare seguendo Gesù, come chi lo acclama la Domenica delle Palme pensando che libererà il popolo. Non capisce perché lo acclama. Non lo conosce davvero.
Penso a Maria quel giorno. Sarà stata a guardare commossa. Sapeva che quella Pasqua non sarebbe stata facile. Temeva la morte di suo figlio. Si commuoveva vedendo l’amore sincero di molti. Soffriva per chi canalizzava il suo scontento riponendo le speranze in Gesù.
Altri come Maria sono rimasti saldi il Venerdì Santo. I più vicini, quelli che amavano di più Gesù. Non si sono lasciati trasportare dal successo apparente. Gesù non li ha delusi.
Devo purificare la mia fede spesso immatura. Passo da un estremo all’altro in base a come vanno le cose.
La folla è facilmente manipolabile, soprattutto quando c’è scontento. Io sono scontento? Quali sono i motivi della mia frustrazione?