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Saggio, mago o angelo? Chi è Gandalf?

GANDALF
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Wojciech Teister - pubblicato il 23/03/18
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La popolare figura del mago della storia di Tolkien ha le caratteristiche distintive di un saggio cristiano e di un angelo. E ha qualcosa anche dei Re Magi…Gandalf è senz’altro uno dei maghi più famosi nella storia della letteratura. Questo anziano dalla barba grigia che si appoggia a un bastone è tra i personaggi più riconoscibili dei racconti di Tolkien, sia per gli elfi che per gli umani, gli hobbit e i nani, che lo conoscono e lo valorizzano. Pochi, tuttavia, sanno da dove è venuto e con quale proposito. Ma chi è davvero questo anziano?

È un mago, un angelo o Odino?

Questo anziano dal mantello grigio e il cappello a punta non è un figura creata da zero da Tolkien, che si è infatti ispirato a varie fonti. Non è difficile vedere in Gandalf similitudini visive con il nordico Odino o Väinämöinen, l’eroe dell’epopea finlandese Kalevala. Se lo guardiamo da vicino, però, vedremo in lui anche molte caratteristiche del saggio cristiano e perfino di un angelo.

Gandalf era membro della misteriosa fratellanza degli Istari, più noti come maghi o saggi. Arrivati nella Terra di Mezzo dall’altro lato del mare, dal Regno Benedetto di Aman, avevano il compito di sostenere gli elfi e le persone nella lotta contro Sauron. Erano stati inviati lì dai Valar, potenti spiriti fedeli al Creatore di Arda.

In una delle lettere scritte da Tolkien al sacerdote gesuita Robert Murray, l’autore de Il Signore degli Anelli descrive Gandalf con il termine greco Ἄγγελος, che significa messaggero o angelo. Gli Istari sono come angeli biblici inviati a servire gli abitanti della terra con consigli e saggezza, perché il Creatore non abbandona i suoi figli.

Dire però che Gandalf sia per Tolkien la metafora dell’angelo sarebbe troppo semplice. Anche se la sua missione è simile a quella degli angeli biblici (guida gli hobbit nelle loro avventure come l’arcangelo Raffaele guida Tobia), il mago è un essere spirituale all’interno di un corpo in carne e ossa, che sperimenta ad esempio tutto ciò che è fisico e psichico, il dolore e la paura. Il corpo degli Istari, inoltre, è mortale. Non si liberano quindi di tutte le tentazioni terrene (della Terra di Mezzo).

È forse un mago o un saggio?

Dotati di un corpo, i maghi vengono inviati nella Terra di Mezzo con una missione: devono sostenere persone, elfi, nani e hobbit nella lotta contro Sauron. Il padrone dell’oscurità, tuttavia, cerca di trascinarli dalla sua parte. Dei cinque Istari che arrivano nella Terra di Mezzo, alcuni rimangono invischiati nelle trappole di Sauron, altri si allontanano e non svolgono la loro missione.

Solo Gandalf riesce a superare tutte le prove a cui è sottoposto. Mostra grande umiltà e coraggio, dedicando la sua vita alla difesa della Compagnia dell’Anello a Moria, nella lotta contro il Balrog.

Secondo quanto ha scritto Tolkien a padre Murray, la vicenda di Gandalf per alcuni aspetti è un sacrificio più grande di quello di un semplice mortale, perché “è stata l’umiliazione e l’abnegazione d’accordo con i Principi”. In questo modo, Gandalf ha messo la questione direttamente nelle mani del Creatore, che lo riporta alla vita e gli permette di portare a termine con successo la missione di lottare contro Sauron.

La sua vittoria, però, non è dovuta a capacità magiche. La forza di Gandalf è costituita dall’umiltà, dalla saggezza e dalla conoscenza delle leggi che reggono il mondo. Non dà alla gente armi potenti, non insegna incantesimi mortali. Serve con consigli e saggezza. Con una parola gentile risveglia ciò che c’è di più bello: lo spirito d’amore, coraggio e audacia, il desiderio di libertà – un po’ come i saggi eremiti dei primi secoli del cristianesimo. Usa estremamente poco i poteri soprannaturali, solo in caso di necessità straordinaria. È un saggio che capisce perfettamente i meccanismi del mondo. Può leggerli e interpretarli, come i Re Magi, che osservando le stelle scoprirono la nascita di Gesù.

Gandalf non è un mago comune, come Merlino o Silente. È una sintesi peculiare di esseri angelici e dell’archetipo del Vecchio Saggio. Tolkien dà un messaggio chiaro ai suoi lettori: la forza umana non è magia ma saggezza, conoscenza delle leggi della natura e anche bontà, dedizione e coraggio.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]