La risposta potrebbe non essere ovvia, e potrebbe anche non piacervi
Ecco una domanda importante: se foste davvero pronti per la Settimana Santa, come lo sapreste? Un’altra domanda forse ugualmente importante: cosa significa essere “pronti per la Settimana Santa”?
Suppongo che un pastore, un direttore di coro o un sacrestano risponderebbero tutti in modo diverso, e ho il sospetto che quello che le loro risposte potrebbero avere in comune è che sarebbero (comprensibilmente) piuttosto pratiche, concentrandosi su cose come programmi, fiori, ostie, paramenti… Per quanto riguarda il resto di noi, penso che dovremmo rispondere alla domanda sulla Settimana Santa in modo pratico ma comunque profondamente spirituale, un modo che vada al di là della Settimana Santa in sé – e se lo facciamo bene la nostra risposta raggiungerà l’eternità (ahimé, succederà anche se lo facciamo male!)
Mentre pensiamo alla nostra risposta alla domanda su cosa significhi essere “pronti per la Settimana Santa”, potremmo considerare anche che nessuno di noi sa se vivremo tanto a lungo, o se nostro Signore tornerà nella gloria prima del 25 marzo 2018. Gesù consiglia di stare pronti, perché non conosciamo né il giorno né l’ora (Matteo 25,13). Ricordiamo anche che ci sono stati momenti in cui Gesù “si è nascosto” (cfr. ad esempio Giovanni 8, 59), perché la sua ora non era ancora arrivata.
L’“ora” del Signore è giunta quando è stato rivelato come l’Agnello di Dio sulla croce, ed è continuata mentre veniva rivelato come Figlio Unigenito del Padre alla sua resurrezione. Anche così, Cristo è apparso “nascosto” a molti, perché hanno visto ma non hanno creduto. Anche ora sembra che Cristo sia “nascosto”, e ci chiediamo perché le persone si allontanino da lui e dalla sua Chiesa. Un mio amico ama dire: “Se Dio non fa qualcosa per sistemare presto questo pasticcio dovrà chiedere scusa a Sodoma e Gomorra!” La mia replica è. “Attento a quello che desideri…”