E invece eccomi qui, di anno in anno a spendere una fortuna in trattamenti talmente violenti che mio marito direbbe “hai ucciso una mosca con un cannone”, o anche che ho usato a sledgehammer to crack a nut… (non la conoscevo ma è carina, no?)
Eppure così come il dolore per aver perso qualcuno è la misura dell’amore che si provava per quel qualcuno, così come il dispiacere nella lontananza delle persone care, la loro mancanza e la nostalgia che sentiamo ci ricorda quanto vogliamo loro bene (dice don Luigi “Vorremmo passare la vita accanto a chi ci corrisponde, ma non sempre ciò è possibile. Il dolore che ne scaturisce è una professione di fede nell’amore. Non è patologia, è solo sintomo di un amore che c’è e che a volte si fa sentire proprio attraverso la sofferenza che ne proviamo per l’assenza fisica.”) ho pensato che la presenza dei pidocchi sulla mia testa è il segno dell’amore che provo per i miei alunni e di quello che loro provano per me.
Sì perché sono loro che me li attaccano ogni volta, perché mi stanno praticamente incollati, mi abbracciano, mi toccano, mi si strusciano addosso, mi si avvicinano in ogni occasione. Ci sono volte in cui esco dalla classe per andare in bagno e mi trovo una nidiata di bambini dietro per il corridoio, tanto che devo sgridarli per farli tornare a posto.
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E se tutto questo amore talvolta è pesantissimo, perché il fatto che stiano bene con me fa sì che in classe si crei un clima rilassato e scanzonato, e i bambini non si fanno nessun problema a esprimere qualsivoglia esigenza, bisogno, sentimento, stato d’animo, e a volte cercare di far fare loro qualcosa di costruttivo è piuttosto impegnativo, d’altra parte penso che per apprendere, soprattutto nella scuola elementare, si debba passare obbligatoriamente per una relazione di affetto e di fiducia: non si riesce a insegnare/imparare niente se non si crea quel legame affettivo tra alunno e insegnante, che permetta di veicolare i contenuti attraverso i sentimenti, il sapere attraverso il rapporto.
E poi, diciamola tutta, avere bambini che ti abbracciano non è per niente sgradevole…
Bene, la “buona notizia” dei pidocchi è che sono la professione di fede nell’affetto tra me e i miei alunni.
Qualcuno direbbe che anche i pidocchi sono creature di Dio… io aggiungo: sterminateli lo stesso!