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Cosa intende il Papa per logica “velenosa” del “si è sempre fatto così”?

POPE ANGELA MARKAS

Alessia GIULIANI I CPP I CIRIC

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 22/03/18

Il pontefice sprona gli adulti a lasciare più spazio nella Chiesa ai giovani e alle loro idee innovative. Al contempo i giovani, nell'agire, devono tener presenti radici, origini, cultura che provengono dai loro antenati

Parlando con i giovani convocati per il pre-sinodo a Roma, Papa Francesco, lo scorso 19 marzo, ha chiesto di abbandonare la logica velenosa del «si è sempre fatto così». Che logora anche la stessa Chiesa.

Ma con quelle parole cosa ha voluto dire Papa Francesco? Che dalla Chiesa vanno spazzate via le leve più anziane, che magari con la loro mentalità la ingessano, per far largo, senza remore alle nuove generazioni?

Non proprio. Non è una sostituzione radicale quella che chiede Papa Francesco, ma è uno sprone nei confronti dei giovani ad inserirsi nella vita della Chiesa senza timori, e man mano prenderne le redini. I giovani devono fare leva sulle radici culturali di chi li ha preceduti. Innovare la Chiesa senza dimenticare le origini.

Questo percorso deve cominciare nelle singole parrocchie, dai sacerdoti, da coloro che attualmente li affiancano e, anagraficamente, sono un pò più avanti con gli anni: nessun timore di integrare i giovani e renderli protagonisti!




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La “filosofia del trucco”

Il Papa lo ha spiegato bene nel suo discorso: «Nei momenti difficili il Signore fa andare avanti la storia con i giovani». «Mi sembra – ha proseguito Francesco – che siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti».

Ammonisce il Papa: «È la “filosofia del trucco”, di quegli adulti che si truccano per sembrare più giovani ma poi non fanno spazio ai giovani, li lasciano giovani, non li lasciano crescere».

Nessuna “giovano-filia”

Con il Sinodo, spiega Francesco, la Chiesa vuole «mettersi in ascolto dei giovani, nessuno escluso», «non per fare politica o per una artificiale ‘giovano-filia’, ma perché abbiamo bisogno di capire meglio quello che Dio e la storia ci sta chiedendo».

Sì, invece, alla sfida di ringiovanire la Chiesa imparando dai giovani a «lottare contro ogni egoismo e a costruire con coraggio un giorno migliore», come ha chiesto loro il messaggio del Concilio (Agensir, 19 marzo).




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Veleno che ingessa la Chiesa

«Un uomo, una donna che non rischia non matura: un’istituzione che fa scelte per non rischiare rimane bambina, non cresce», il monito del Papa. Insomma, per innovare è fondamentale che maturi un processo di graduale svecchiamento della Chiesa.

E sono i giovani, per Francesco, l’antidoto alla logica del «si è sempre fatto così», che è un veleno per la Chiesa, «ma un veleno dolce, perché ti tranquillizza l’anima, ti lascia come anestetizzato e non ti fa camminare». Un veleno che spesso ingessa le parrocchie.




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Radici, passato, nonni

Poi precisa meglio cosa intende con quel «si è sempre fatto così». Cioè compiere «un passo avanti», ma guardando le radici, l’itinerario di marcia suggerito ai giovani. La loro impronta è la creatività, ma le radici sono i vecchi, i nonni, quelli che hanno vissuto la vita e che sono vittime dalla «cultura dello scarto».

E’ da qui che deve partire questo nuovo protagonismo: una fusione tra coloro che sono alla guida dell’istituzione e le nuove generazioni, che dovranno gradualmente sostituirli.


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