Mi chiedevo per tutto il tempo che senso avesse proprio quel giorno in cui avevo ricevuto la notizia della nuova missione che il Signore mi aveva affidato. In quello stesso giorno il Signore avrebbe permesso che mi privassero della vita… Ho detto loro di non uccidermi perché avevo ancora una missione da compiere. Indossavo – come sempre – la tonaca, la veste del sacerdote, la veste del vescovo, la veste che deve significare che siamo di Dio, siamo consacrati, che qualcosa in noi ha spezzato il rapporto con il mondo, di modo che viviamo pienamente nel mondo ma siamo uomini di Dio, testimoni dell’Assoluto, messaggeri dell’Infinito. Non so se hanno avuto paura o rispetto di un uomo di Dio… Non mi hanno ucciso. Mi hanno lasciato in macchina, sanguinante, ferito… con il chierichetto che mi accompagnava e al quale non hanno fatto alcun male (sì, miei cari chierichetti! Ne ho avuti più di 40, e ho sempre cercato di farne veri uomini e cristiani! Li ho sempre amati e li amo ancora oggi come figli nel Signore. Di questi, tre sono già sacerdoti e uno è in formazione sacerdotale…). Quando i malviventi se ne sono andati mi sono recato con il chierichetto in strada e ho chiesto un passaggio fino alla stazione di polizia.
Tutto questo otto anni fa! Sono vivo, sono vescovo e continuo la mia vita, viaggiando tante volte di notte, su strade deserte, compiendo la missione che il Signore mi ha affidato. Ogni volta che viaggio su strade buie ricordo quello che mi è successo… Ricordo che può accadere di nuovo…
Un sacerdote mio amico, che per me è come un fratello, mi ha detto: “Oggi il Signore ti ha risparmiato la vita. Oggi dovevi morire! Ti ha lasciato vivere perché d’ora in poi è come se fossi già morto: non ti devi risparmiare, non devi tenerti per te stesso: devi offrirti per Lui, darti a Lui, essere disposto a perdere tutto per Lui…”
È vero! Sono nelle sue mani! Lui dev’essere la mia vita, la mia forza, la gioia dei miei giorni e il senso della mia esistenza! Da Lui sono venuto, in Lui vivo, a Lui vado! Sia benedetto il suo Nome in me, nella vita e nella morte! E che Egli non permetta mai che mi separi da Lui! Oggi, come otto anni fa, in manus tuas, Domine…
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]