Ieri sera sulla televisione francese (France 5) è andato in onda un documentario inedito: un’inchiesta eccezionale sulle circostanze della morte del santo re francese Luigi IX.
Morì a Tunisi il 25 agosto 1270 nel corso dell’ottava crociata, ma le circostanze del decesso di san Luigi restano ancora un mistero per gli storici. Di cosa è morto? La storia parla di peste, di tifo o di dissenteria, ma senza reali certezze. La scienza potrà aiutarci a risolvere l’enigma grazie ai suoi progressi? Attraverso un’inchiesta senza precedenti, Philippe Charlier, medico legale e antropologo, è partito sulle tracce delle reliquie di san Luigi. Ha rivelato i risultati in un documentario intitolato Saint Louis, le roi dispersé [San Luigi, il re disperso, N.d.T.], diffuso ieri sera – martedì 20 marzo – su France 5.
Per via della sua canonizzazione, le reliquie di san Luigi sono state conservate relativamente bene. Disperse in tutto il regno e all’estero, offrono una base solida per avviare uno studio scientifico. Il problema? Conservate in reliquiari, l’accesso ad esse non è cosa semplicissima – in ragione della loro sacralità. Ma per la prima volta la Chiesa ha accettato di affidarne qualche frammento a Philippe Charlier, perché avanzasse nelle sue ricerche scientifiche.
Alla luce della medicina legale
Con infinita cura, il medico legale ha passato allo scanner, al carbonio, al microscopio, le preziose reliquie… per farle parlare. Risultato? La medicina legale sembra dimostrare che Luigi IX aveva contratto lo scorbuto e una malattia parassitaria. Il nome del parassita sarebbe “schistosoma hæmatobium”, e il sovrano potrebbe averlo preso mentre camminava a piedi nudi in un’acqua contaminata del Medio Oriente.
Se la causa della sua morte non sarà mai definitivamente stabilita, questo documentario ha avuto il merito di gettare qualche luce sulle avanzate tecnologiche e sul modo in cui la scienza può mettersi al servizio della storia.
Re e regine divenuti santi: chi sono?
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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]