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Con Piero Angela scompare uno dei capitoli più luminosi della cultura italiana

PRIMO PIANO DI PIERO ANGELA

Niccolò Caranti, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons

Paola Belletti - Aleteia - pubblicato il 21/03/18

Volto familiare a milioni di telespettatori italiani, divulgatore scientifico di successo, ad annunciarne la scomparsa è stato il figlio Alberto

È morto Piero Angela. A darne il triste annuncio su Facebook è stato il figlio Alberto: “Buon viaggio papà”. Divulgatore scientifico, conduttore, saggista, scrittore, giornalista con le sue trasmissioni ha rivoluzionato il modo di raccontare la scienza e offerto un contributo fondamentale all’arricchimento culturale italiano. Piero Angela aveva 93 anni ma non ha mai dato segno di voler mollare fino alla fine, continuando ad occuparsi della passione che lo aveva caratterizzato per tutta la vita: “Il mio corpo è come una macchina: il motore avrà anche 80.000 chilometri, ma il guidatore ha solo 45 anni”, amava dire. 

Per ricordarlo, abbiamo voluto rispolverare un suo intervento all’interno dell’evento Libri Come Festa del libro e della letteratura. Il video a firma Cristina Pantaleoni inizia con il riferimento ai trentotto libri che ha pubblicato e prima ha dovuto scrivere, l’ospite. Sta presentando l’ultimo: Il mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute, edito da Mondadori.

La prima riflessione che fa è sul tempo necessario alla ricerca, elaborazione e stesura di queste opere. Per darli alle stampe ha dovuto sacrificare non solo il suo tempo e le sue possibilità di svago ma anche quelle della moglie. Si arresta e apre, solennemente, una parentesi. Dentro quella omaggia la consorte. “C’é  ma è qui in incognito”, spiega. E aggiunge che non ha mai voluto farsi fotografare. Sarebbe bastato lui, osservava lei, poi si è aggiunto anche il figlio Alberto…

L’interlocutore, Marino Sinibaldi sceglie quel momento per aprire la bottiglietta d’acqua, versarsela e berla. Certo, un bisogno primario è pur sempre primario.

Il Signor Angela si riferisce alla moglie con pudore cavalleresco, quasi. Sta per dire che era bellissima, pare di intuire, poi ripiega su “è stato un colpo di fulmine”, espressione che accompagna con suoni e gesti: le saette che dagli occhi arrivano ai cuori. “Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira” sembra pensare in prosa. A cosa vuole rendere omaggio? Alla sua bellezza, all’amore che pare non essere scemato, alla famiglia che hanno costruito insieme, credo. Al tanto che non sappiamo e che non potremo sapere mai, come di nessuna coppia.


LIGABUE

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Ma soprattutto alla scelta che compì lei, liberamente, di sacrificare la nascente carriera artistica (“era una danzatrice alla Scala”, racconta il marito. E, a detta dei maestri, avrebbe certamente avuto un eccellente percorso) per lui, per loro, per la famiglia. E’ una santa, dice nel modo tipico dei mariti e delle mogli quando pensano a cosa hanno fatto sopportare al coniuge, quando gli anni alle spalle hanno due cifre e la prima non è più uno.

Lei, lo decise lei; lo seguì a Parigi e lasciò tutto. “Poi sono nati presto i figli e quindi la carriera è finita”.

Il pubblico applaude. Il giornalista si affretta a deglutire e a recitare l’antifona prevista per questo nuovo tempo liturgico moderno: “dispiace che abbia messo fine alla carriera”. Ma Angela aggiunge che proprio da lei ha avuto la possibilità di fare cose che da solo proprio non avrebbe potuto realizzare. Lo ha incoraggiato, sostenuto, criticato.

Anche se ormai in ogni sit-com per teenager si presenta il caso di due innamorati che si amano tanto ma proprio tanto che però poi di fronte al sogno di uno dei due, soprattutto di lei, rinunciano all’amore e spingono l’amato/a a seguire “il sogno”; anche se è ormai assodato che la donna possa fare tutto e anzi debba realizzarsi fuori casa e guai a finire “relegata” dietro a marito e figli, pare che la Signora Angela si sia scelta la parte che davvero preferiva.




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Avrà avuto ripensamenti? Momenti di sconforto? Gallery di immagini patinate che si accampavano nello schermo della sua mente nei momenti di stanchezza, di pesantezza quotidiana, di totale assenza di poesia? Possiamo tranquillamente e verosimilmente ipotizzarlo. Ma per come vediamo il marito parlare di lei ci riesce difficile non immaginarla come una etoile. Del cielo dove ha scelto di brillare, del palcoscenico nascosto dove ha deciso di mettere in scena la propria vita. Io me la immagino felice.

(Ironia della sorte, questa fiera è dedicata alla felicità e cade nell’anniversario del ’68. La signora potrebbe aver fatto strike)

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