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Perché il cioccolato è un modo molto appropriato per celebrare la Pasqua?

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padre Joshan Rodrigues - pubblicato il 20/03/18

Fatene una bella scorta...

Chiunque mi conosca sa bene che amo i dolci, e soprattutto il cioccolato. Datemi una barretta di cioccolata e otterrete la mia lealtà! Una delle tante benedizioni del fatto di vivere temporaneamente in Europa è il fatto di trovarmi nel continente che prende sul serio il suo cioccolato.

Sono quindi rimasto assai piacevolmente stupito quando mi sono imbattuto in uno splendido articolo di Sara Maitland su The Tablet in cui l’autrice compie un’analisi spirituale del cioccolato come mai ne avevo lette prima.

Devo ringraziarla per aver combinato due cose che amo moltissimo: il cioccolato e il cattolicesimo.

A Pasqua (ma già ora) troverete i negozi di cioccolato pieni di uova e coniglietti di varie dimensioni.

Quando guardiamo a come viene fabbricato il cioccolato, però, ricorda a tal punto tutto ciò che significa la Pasqua che è del tutto appropriato per celebrare l’amore provvidenziale di Dio per noi.

“A Pasqua, Dio ci offre il Suo dono più grande, e quindi celebrare questa gioia con il cioccolato è del tutto appropriato. Il cioccolato è il ‘frutto della terra e del lavoro dell’uomo’. Trasformare la fava di cacao naturale in cioccolato edibile è un processo complicato e laborioso che implica fermentazione, essiccazione, pulizia, tostatura, sgusciatura, macinazione e riscaldamento, il tutto solo per produrre cioccolato genuino in forma grezza, che poi può essere raffinato e aromatizzato” Sara Maitland, The Tablet, 22 aprile 2017.

Il cioccolato implica quindi un grande lavoro, e questo ci ricorda il sudore e le lacrime di Gesù durante la sua Passione e la sua morte. Un seme deve cadere a terra e morire prima di dar frutto. Vale lo stesso con la fava di cacao.

La Pasqua cambia il nostro umore. Durante il periodo quaresimale siamo stati introspettivi, penitenti e addolorati, ma a Pasqua la nostra gioia esplode ricevendo la Buona Novella della vittoria del nostro Salvatore sul peccato e sulla morte. Anche il cioccolato migliora l’umore. Non serve che vi ricordi tutte le volte in cui avete fatto ricorso a una barretta di cioccolato nei momenti in cui vi sentivate giù. L’ho fatto anch’io. Solleva il nostro spirito e ci fa sentire bene; tira via un po’ di dolore e ci dà conforto.

Il cioccolato è insolitamente “malleabile”, perché può assumere forme e aromi diversi. Come la grazia vivente di Dio effusa nel nostro cuore, può essere “diverso” per ogni persona, ma comunque unificato in un unico corpo. Ci sono tipi di cioccolato per bambini e per gli adulti più sofisticati, e si può scegliere l’aroma che si preferisce. Questo adattamento individuale alla necessità e ai desideri mostra come Dio operi diversamente nella vita di ciascuno, come sia generoso e sensibile.

Il cacao non raffinato è estremamente amaro, come l’aceto offerto a Gesù sulla Croce. È solo dopo un lungo processo che diventa dolce. La fava dev’essere raccolta (arrestata), essiccata (“Ho sete”), sgusciata e macinata (flagellata e crocifissa), fermentata (posta nella tomba) e così trasformata in dolcezza e gioia (resurrezione).

È per questo che il cioccolato è un simbolo tanto appropriato per la Pasqua. E allora, la prossima volta che vi avventerete su un pezzo di cioccolato non sentitevi in colpa. Lasciate che vi ricordi il grande amore che Dio ha per voi. “Gustate e vedete quanto è buono il Signore!”

O, come ha detto Forrest Gump, “La vita è una scatola di cioccolatini”.

P.S. Sì, questo articolo è stato scritto in un momento di frenesia indotta dal cioccolato.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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