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3 devozioni di Papa Francesco alla Madonna che forse non conoscete

Maria Salus Populi Romani, Ternura e Silêncio

Creative Commons

Aleteia Brasil - pubblicato il 20/03/18

Nostra Signora della Tenerezza, Nostra Signora del Silenzio e Maria “Salus Populi Romani”

Profondamente devoto alla Madonna, Papa Francesco ha già dimostrato innumerevoli volte il suo affetto per Maria in visite, pellegrinaggi e discorsi mariani collegati alle sue più popolari devozioni: Nostra Signora di Fatima, di Lourdes, di Aparecida, di Guadalupe…

In varie occasioni, il Pontefice ha anche condiviso il suo affetto per la Vergine in devozioni poco conosciute, come le tre che riportiamo di seguito:

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1 – Maria, “Salus Populi Romani

ICON SALUS POPULI ROMANI
Gregorio Borgia I POOL I AFP
The restored icon of Mary ìSalus Populi Romaniî (Salvation of the Roman People) is pictured at the end of a Mass celebrated by Pope Francis at St. Mary Major Basilica in Rome, on January 28, 2018. / AFP PHOTO / POOL / Gregorio Borgia

Salus Populi Romani” significa in latino “Salvezza del Popolo Romano”, nel senso evidentemente di “Protettrice” e non “Redentrice”.

Questa devozione è rappresentata dall’icona della Madonna con il Bambino Gesù in braccio, in stile bizantino, attribuita tradizionalmente all’evangelista San Luca, che era anche pittore.

POPE ICON
Antoine Mékary I Aleteia
Nicea II: 787L’ultimo grande concilio ecumenico riconosciuto da tutte le chiese tratta ancora di cristologia, ma in modo meno esplicito e tematizzato dei precedenti: la disputa sull’iconodulia, cioè sulla liceità di venerare le immagini, poneva la grande questione della possibilità concreta di vedere Dio. Questo è il motivo per cui alla fine gli iconoduli vinsero sugli iconoclasti, e fu soprattutto Giovanni Damasceno a individuarlo: era Cristo stesso, secondo il dettato paolino, «l’immagine del Dio vivente». Dunque il Dio che «nessuno aveva mai visto» si era reso visibile, e anche nei santi (a cominciare dalla “Tuttasanta Madre di Dio”) si manifestava visibilmente l’invisibile. Per combattere dunque l’iconoclastia, che come già l’arianesimo si presentava con i crismi di un grande ossequio verso la dignità di Dio, la grande imperatrice Irene intervenne quando morì suo marito Leone IV: assunse la reggenza del piccolo Costantino VI e, perché questi non fosse preda delle pressioni iconoclaste (già in opera ufficialmente fin dal Concilio Quinisesto del 691-692) lo fece accecare così che fosse inabile al governo e in modo da poter quindi tenere lei le redini dell’ortodossia. L’imperatrice fece riunire il concilio e quando vide che la maggioranza dei vescovi era già prona all’iconoclastia, a cominciare dal patriarca, fece spostare la sede da Costantinopoli nella più piccola Nicea, per poter gestire la situazione con miglior agio. Lì fece leggere la lettera di Papa Adriano, la fece acclamare dai vescovi e fece solennemente anatematizzare gli iconoclasti. In Occidente un altro (aspirante) imperatore, frattanto, mal soffriva l’alleanza tra Adriano e Irene: Carlo Magno, quindi, convocò a Francoforte un sinodo, nel 794, in cui condannò le risoluzioni del concilio e scomunicò Irene. Fatto sta che fin da subito Nicea II fu un grande concilio ecumenico, mentre il sinodo carolingio resta quasi una mera curiosità da eruditi.

L’icona ha delle somiglianze tipologiche con quella di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, con la quale molti la confondono, anche se si tratta di icone diverse. È davanti all’icona della Salus Populi Romani che il Papa prega ogni volta che parte e torna da un viaggio internazionale. In queste occasioni, Francesco recita la preghiera mariana “Sub tuum praesidium” (“Sotto la tua protezione”).

2 – Nostra Signora della Tenerezza

Una delle più classiche icone mariane orientali presenta Maria, Madre di Dio, che tiene il Bambino Gesù in un braccio mentre con l’altra mano lo indica come chi indica la Via di Salvezza – che è Gesù stesso, Via, Verità e Vita. È per questo che questa icona è diventata nota come “Odigitria”, che in greco (Οδηγήτρια) vuol dire “Colei che indica il cammino”.

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A partire dal modello iconico della Odigitria sono state sviluppate altre splendide opere, come la “Panagia Eleusa”. La parola greca “Panagia” vuol dire “Santissima”, o letteralmente “Tutta Santa”; “Eleusa”, parola anch’essa greca, significa “Misericordiosa” o “Tenera”. Si tratta della dolce immagine che mostra il Bambino Gesù in braccio a Maria, rappresentato con il naso o la bocca che tocca la guancia della mamma, che si china verso di Lui. Questa devozione è nota anche come Nostra Signora della Tenerezza.

Panagia Eleusa
Domínio Público

Papa Francesco ha una piccola icona di Nostra Signora della Tenerezza, che gli è stata data dall’arcivescovo maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina quando erano a Buenos Aires e che si è fatto portare quando è venuto a Roma. Il Papa custodisce quell’icona con una venerazione speciale e assicura che prega tutti i giorni davanti a lei.

3 – Nostra Signora del Silenzio

La mattina del 18 maggio 2015, il Santo Padre ha benedetto un quadro con questa immagine che era stato collocato dietro sua richiesta nel Palazzo Apostolico del Vaticano per favorire il raccoglimento e la contemplazione. Benedicendo il quadro, Francesco ha rivolto una domanda: “La Vergine Maria interceda presso il Signore, perché tutti quelli che entrano nel Palazzo Apostolico possano sempre avere le parole giuste”.

L’immagine è situata tra i due ascensori dell’ingresso principale del Palazzo Apostolico, nel cortile di San Damaso.

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Facebook-Fra Emiliano Antenucci

Fra’ Emiliano Antenucci, autore di libri e predicatore di ritiri su Nostra Signora del Silenzio, ha dichiarato circa questa devozione che “il mondo di oggi è malato di rumori”; “il silenzio è una ‘profezia’ e un modo di ascoltare Dio e gli altri. La devozione a Nostra Signora del Silenzio ci chiede con una delle mani di stare in silenzio, con l’altra ci propone che quel silenzio sia di adorazione e pieno di fascino. Maria è la cattedrale del Silenzio, in cui risuona la Parola Eterna.

La ‘dittatura del rumore’ genera confusione, tristezza. Il rumore ci lascia sordi davanti alle cose che contano davvero nella vita. Il mondo ci propone l’apparenza e il rumore che ci distraggono da Dio e dall’amore per il nostro prossimo.

Il silenzio ci fa affrontare verità su noi stessi e sugli altri. Ci porta la novità di una visione rinnovata della realtà e degli altri; ci fa giudicare di meno e amare di più. Il silenzio ci apre alla misericordia di Dio, al perdono degli altri e all’aspettativa di essere migliori”.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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