Ogni uomo, infatti, fin dal momento del suo concepimento, vive nella pancia della mamma una straordinaria esperienza, il nido sonoro uterino, dove per diversi mesi è costantemente e profondamente immerso nei suoni provenienti dal corpo della madre: il pulsare del suo cuore, il suo respiro e la meraviglia della sua voce. Ogni emozione della mamma si faceva ritmo, si esprimeva con un tono, corporeo e sonoro assieme, e presto abbiamo tutti imparato ad ascoltarla e a conoscerla nei ritmi e nell’armonia di questa sua musica. Su questa esperienza primaria si è fondata la nostra predisposizione a riconoscere le emozioni principalmente dal suono che producono.
Dopo la nascita, l’universo sonoro si amplia vertiginosamente per il bambino, senza filtri: tutto attorno suona e risuona.
Ogni situazione viene costantemente tradotta anche in esperienza acustica, a mano a mano i vissuti prenatali e postnatali si fondono, si integrano, si elaborano: il pulsare lento del cuore con il cullamento, il respiro ritmato con la ninna-nanna, le parole con il movimento delle labbra, mille movimenti diversi con mille suoni differenti. Così, in tutti noi, gradatamente, è nata e si è sviluppata la consapevolezza dei profondi rapporti naturali fra movimento, suono e vita e, in questo modo, abbiamo incominciato ad amare l’espressione più sublime di questo paradigma: la musica.
Per questo, le note accompagnano l’uomo a ogni età della vita e per ogni dove: le troviamo in chiesa come al supermercato, ai matrimoni come ai funerali, ogni spettacolo ne è ricco, ogni occasione di incontro pregna, esse sottolineano la fede, l’amore, il dolore, la gioia, la tristezza in modo incomparabile. Nei testi antichi di varie culture, si trovano numerosi riferimenti al potere della parola e del suono, che possono avere una forza tale da essere addirittura usata per la creazione.
Nei Veda e nelle successive Upanishad, antichi testi sapienziali indiani, il suono è l’energia che crea l’universo; presso gli antichi Egizi, si credeva che il dio Thoth sapesse creare le cose pronunziandone il nome e questo anche, all’altra parte del mondo, nei miti dei Maya o in Australia nelle leggende aborigene. Si possono intravedere le origini della musica e delle sue facoltà benefiche nel moto ondulatorio dell’energia assieme al fisico nucleare Fritjof Capra, che nel libro Il Tao della musica (Gli Adelphi, 381 pagine, 12 euro) ci racconta delle sue intuizioni sulla danza cosmica delle particelle di energia, che emettono un proprio ritmo e una propria musica. Percezione eccezionale che fu, d’altra parte, anche del filosofo Plotino, che parecchi secoli prima descriveva così l’universo: «L’intero mondo è un vivente che danza secondo una legge musicale».
Da queste profonde radici, la musicoterapia trae la sua linfa migliore; la speranza è che l’uomo contemporaneo sappia trarre beneficio dalla musica, non solo per curare le proprie problematiche, ma anche per mantenere un intimo contatto con ciò che è armonico ed essenziale per la vita e il suo benessere.