La psicologia ci permette di prendere coscienza dei nostri meccanismi di difesa. Per padre Joël Pralong, una vera spiritualità può abbattere i muri
Nel suo libro Le courage d’être soi-même (Il coraggio di essere se stessi), Joël Pralong identifica i meccanismi di difesa che agiscono nel più profondo del nostro essere e ci impediscono di essere pienamente noi stessi quando ci relazioniamo agli altri.
In un’intervista rilasciata ad Aleteia, l’autore ci offre alcuni spunti per continuare ad essere noi stessi nonostante i meccanismi radicati in noi fin dall’infanzia.
Quali sono i meccanismi di difesa di cui parla nel suo libro?
I meccanismi di difesa definiti dalla psicologia sono i comportamenti che adottiamo per proteggerci. Sono i muri che erigiamo tra il mondo, a volte crudele, e la nostra sensibilità vulnerabile.
Li abbiamo costruiti fin dall’infanzia, e in genere li troviamo in tutte le persone, nelle nostre reazioni di fronte alle avversità.
Siamo come un camaleonte che nega i propri pensieri per adeguarsi a quelli della persona che ha di fronte, un pastore tedesco che reagisce in modo aggressivo.
Questi meccanismi rivelano delle ferite e ostacolano una comunicazione autentica. Ci impediscono di essere noi stessi, ci manipolano e possono manipolare gli altri.
Quando risultano sproporzionati rispetto alla realtà, diventano veri fattori impeditivi.