Nel suo nuovo libro ora in uscita “Il grido inascoltato. Sos giovani” la fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti ci conduce con coraggio e amore dagli inferi di migliaia di vite alla luce delle loro resurrezioniAvevo iniziato a leggerlo da poco, il nuovo libro di Chiara Amirante, in uscita in tutte le librerie il 22 marzo: Il grido inascoltato. Sos giovani (Orizzonti di Luce). E mi si è imposta alla mente, come una consegna urgente, un Amazon prime che arriva e non puoi che aprire il pacco, un’immagine nuova. Ho visto un pezzo della croce che non avevo mai immaginato. Ne ho sentito l’umidità e l’odore di terra. Il tratto conficcato nella terra, il pezzo che sta nel sottosuolo. Lo stipe. Ecco lei, Chiara Amirante, mi pare sia lì. Alla radice della croce. Nella terra che nasconde e sostiene la croce.
E la croce è dolore, tortura, spettacolo di desolazione, derisione, abbandono e morte. Solo per il fatto che ci è salito Cristo è diventata albero di salvezza. Un’altra cosa mi si è presentata con forza alla mente, scorrendo voracemente le pagine del libro: questa donna non ha paura della lebbra che noi, per la maggior parte, nemmeno vediamo. E ci aggiorna sullo stato di devastazione causato dalla guerra mondiale in atto contro l’uomo, soprattutto i giovani. Numeri spaventosi. Una strage multiforme. Armi da fuoco, esplosivi, gas venefici, assalti all’arma bianca, radiazioni invisibili e letali: c’è tutto. E l’esercito radunato dal principe di questo mondo per sterminarci, sfregiando in noi l’immagine di Dio, è numeroso, potente, instancabile.
“Nuove povertà: una guerra mondiale contro i giovani:
Il crescere degli abusi nella sessualità e delle drammatiche conseguenze che ne derivano: 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati sottoposti in un solo anno a rapporti sessuali forzati. Anche i dati sulla pornografia sono inquietanti: ogni giorno vengono spedite 2 miliardi e mezzo di email pornografiche, che compongono l’8% delle email totali. Le ricerche giornaliere tramite motore di ricerca riguardanti la pornografia sono 68 milioni, il 25% delle ricerche totali. 9 bambini su 10 in età tra gli 8 e i 16 anni sono entrati in contatto con la pornografia su internet. La povertà nel mondo: 795 milioni di persone nel mondo soffrono la fame: circa una persona su 9 non ha cibo a sufficienza per condurre una vita sana ed attiva. Il preoccupante aumento della depressione, dei suicidi e di nuove malattie frutto del mal di vivere e dei ritmi sempre meno a misura d’uomo imposti dalla società dei consumi. Questi sono solo alcuni dei dati allarmanti relativi alle terribili sfide che siamo chiamati ad affrontare con grande senso di responsabilità (Il grido inascoltato, pag 27-29).
Madre Teresa di Calcutta, che come profetizzava Papa Francesco ci sarebbe venuto difficile chiamare altrimenti, diceva che la solitudine è la lebbra dell’Occidente. Chiara Amirante sa che ha ragione e se leggerete in un pomeriggio o una salutare nottata queste pagine brucianti vedrete che la sua vista acutissima (stava per diventare cieca secondo la sentenza unanime di diversi medici. In una notte – sempre la notte! – guarisce completamente solo perché a lei gli occhi sarebbero serviti per aggirarsi nelle stazioni, nelle strade, nei luoghi esclusi dalla luce) sa riconoscere le diverse piaghe e i differenti gradi di infezione delle anime che incontra. Non ne prova alcun ribrezzo. Sembra di vedere un chirurgo con anni di sala operatoria nel bisturi, abituato ad operare pure in un ospedale improvvisato.
Vede il male nella sua enormità ma ha la certezza della vittoria schiacciante e definitiva dell’Amore. Leggendo le sue parole pulite, precise, senza fronzoli ho sperimentato la potenza della fede vissuta sul serio che entra in un cuore e lo cambia. Lo prepara al Paradiso e intanto ne diffonde il profumo.
Chiara vive il Vangelo nell’unico modo possibile: sul serio. Chiara ama la Chiesa. Chiara ama il Papa e il Magistero, Chiara accoglie con una generosità smisurata l’invito del Santo Padre ad andare, uscire, precipitarsi da quanti più fratelli possibile per dire che Cristo è risorto e ci dona la Sua gioia.
Chiara brucia d’amore – chissà quale intimità vive con il Signore – e usa intelligenza e senso pratico per continuare a ricostruire l’uomo e la sua città con Dio. Parla degli inferi del dolore, della violenza, della disperazione e non vi indugia un attimo di troppo. Perché più avventuroso è il libro che il Signore sta scrivendo con la Sua grazia. Compila dettagliati cataloghi delle sostanze tossiche distribuite a tappeto per il mondo e continua imperterrita a riproporre il solo antidoto, l’Amore di Cristo. È calma. In pace. Ha solo l’urgenza della carità e a quella orienta ogni cosa. Da quella, stila nuovi elenchi. Cosa fare ora?
Formazione dei laici, primo annuncio, ruolo attivo in tutti i luoghi dove si decide il futuro cultura, politica, comunicazione, annuncio della buona novella dai tetti alti sì, ma già affollatissimi, dei nuovi media…
Il popolo della notte che ha iniziato ad incontrare nei primi anni 90 è fatto soprattutto di giovani svuotati dalla mancanza di amore e avviliti dal bisogno di ascolto totalmente disatteso. Come lupi in branchi improvvisati, smagriti, tutta fame; abbruttiti da un desiderio di senso reso impronunciabile da una società, la mia, la tua, che li costringe a rovistare tra i rifiuti: le cose, gli oggetti, il successo, la droga, il sesso, la pornografia, l’abuso di internet, le chat. Come se nessuno si ricordasse come è fatto l’uomo e di cosa ha bisogno il suo cuore. Come se, davvero, Cristo non fosse mai venuto e i tempi non avessero conosciuto alcuna pienezza. Come se non valessimo nulla. Si percepisce davvero in queste storie, e nel discorso non detto sull’uomo di un’intera civiltà, una profonda mancanza di compassione per se stessi, di stima per il proprio valore.
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Ecco, quelle facce, quei corpi ciondolanti, quegli occhi spenti, sotto caschi di capelli sporchi; quei sorrisi incollati con lo sputo sopra facce disperate, anche nei ragazzi normali, nati in famiglie normali, quel popolo enorme e invisibile, quelle tenebre, invece, la luce di Cristo l’hanno accolta. E sapete cosa succede a quelli che dalla disperazione più profonda accolgono Cristo? Che poi vivono. Diventano i giganti che possono essere e noi sembriamo nani.
Le testimonianze riportate, sono solo alcune delle migliaia che Chiara e le sue Cittadelle Cielo, le sue comunità hanno conosciuto; e vi assicuro vi verrà voglia di conoscerle tutte, di sapere delle loro vite trasfigurate, degli abissi dai quali sono saliti; e poi vorrete diventare amici di questi naufraghi salvati e felici. Queste vite sono prove schiaccianti della potenza assoluta, dirompente del Vangelo oggi. Di come Cristo, in questo preciso istante, ci stia amando. Ci stia cercando e braccando. Di quanto dica personalmente ad ognuno: tu vali. Tu vai bene così, io ti amo. Io ti guarirò. Io ho dato la mia vita, fino all’ultima goccia di sangue e sudore, per te. Un’altalena gioiosa, finalmente, di Lui e me, di Tu ed io.
Scorrendo il testo di Chiara ci si ritrova umani. Viene voglia di piangere per scogliere nodi in gola e sbriciolare pietre nel cuore. Viene voglia di farsi santi. Perché sono più vicini all’abbraccio di Cristo questi giovani affamati, sconvolti, rifiutati per anni, di tanti tendenzialmente cattolici che però nel tempo hanno eretto dighe a separare il lago artificiale della propria vita dalla piena della grazia che Cristo vuole rovesciarvi. Sì, anche sconvolgendola. Ma non si può fare diversamente: senza di Lui tutte le nostre vite, come quella di Massimiliano, ragazzo dotato, che aveva già ottenuto tutto dalla vita, secondo il mondo, sono disperate. Anche i successi e i molti comfort diventano sbarre. Anche rapporti piacevoli si fanno solitudini. Succede qualcosa, entra in crisi:
“Mi sono dunque messo come un pazzo a girare di notte per le strade di Roma gridando: «Dio, se ci sei, manifestati ora nella mia vita! Ho bisogno di Te e desidero vivere per Te!». Ho gridato per giorni… e Dio non si è fatto attendere… quel grido lo ha ascoltato in maniera sorprendente! Di lì a poco l’incontro con Chiara Amirante, la Comunità Nuovi Orizzonti ed il Carisma della Gioia! Ho finalmente sperimentato una gioia vera, profonda, che non passa. È quella gioia che ho visto negli occhi di Chiara e che ho desiderato da subito avere anche io nel mio cuore. Ho scoperto che la gioia piena si ottiene amando come Gesù ci ha amati” (Il grido inascoltato, pag 49).
Senza di Lui, letteralmente, non possiamo fare nulla.
E invece, leggendo le storie di questi ragazzi toccati e piano piano guariti dalla grazia di Cristo vissuta con la comunità, dentro la Chiesa, nutrendosi di preghiera e Sacramenti, attingendo a piena mani alla Parola di Dio, si capisce che con Lui di cose se ne fanno davvero tante cose.
L’abbraccio è una cifra tipica di questo carisma. Prima di diventare allegoria di chissà che, è quello fisico di qualcuno che, nelle Comunità Nuovi Orizzonti, arriva alla porta, accoglie questi fratelli scampati malamente a chissà quante battaglie. Abbracci veri. E calzini veri, per esempio. Se hai bisogno di calzini, ti arrivano i calzini (cfr Ibidem, pag 78)
Ragazzi abusati che si sposano e diventano uomini giusti, coraggiosi e buoni. Ragazze che hanno abortito in solitudine che riescono a perdonarsi e diventano madri per tanti. Uomini che hanno tremato decenni al pensiero del patrigno violento che diventano imprenditori, custodi, padri di molti figli biologici e spirituali. Ragazzi perfetti che non avendo prima trovato di meglio hanno tradotto in consumo ossessivo di pornografia la loro fame di amore, nell’incontro con Cristo trovano il coraggio di lasciarsi guardare, di dare un nome al veleno ancora in circolo e di lasciarselo estrarre.
Talenti prima usati come merce di scambio per mendicare riconoscimento e approvazione che diventano uno strumento per fare festa intorno al Signore e ai fratelli. Cristo ha usato il cuore di Chiara, racconta un ragazzo brasiliano, che è sicuro sarebbe morto se Lui non lo avesse fatto. E continua ad usarlo per propagare il Suo regno. Forse noi ce lo scordiamo, ma è vicino. Le ultime righe chiudono il libro e aprono altri cuori, di sicuro. C’è scritto conclusione ma suona come un appello.
“Sono convinta che, se intensifichiamo il nostro impegno nel proporre ai giovani grandi ideali per cui spendere la loro vita, relazioni vere, la possibilità di sentirsi protagonisti nell’edificare la civiltà dell’amore vivendo la radicalità evangelica, loro sono capaci di rispondere con entusiasmo mettendo a frutto le grandi potenzialità che li caratterizzano. La mia piccola esperienza di questi anni ne è la conferma: migliaia di giovani che vivevano di droga, devianza, alcool, sesso-dipendenza, internet-addiction, prostituzione, violenza, solitudine, depressione, disperazione… ora spendono la loro vita al servizio di chi vive situazioni difficili e si impegnano radicalmente nel testimoniare a tanti la Gioia di Cristo Risorto”. (Ibidem, conclusione, pag 129)