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5 modi in cui Giovanna d’Arco era forte come qualsiasi supereroe

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Jeanne d'Arc © Public Domain via Wiki Art

Jeanne d'Arc

J.P. Mauro - pubblicato il 13/03/18

L'eroina di Francia (e santa cattolica!) è stata davvero epica

Quando è uscito Star Wars: Gli Ultimi Jedi, una delle rimostranze principali è il fatto che Rey abbia concluso il suo addestramento da Jedi con Luke troppo rapidamente. Chi avanza queste critiche non deve avere grande familiarità con la storia di Giovanna d’Arco, contadina giovane e poco istruita che prese la spada e invertì la direzione della Guerra dei Cent’Anni. Giovanna era una fiera guerriera che si guadagnò il rispetto dei suoi soldati e del re per via del suo coraggio eccezionale e della sua fede.

Al giorno d’oggi, l’idea che un cittadino qualsiasi diventi una figura decisiva in un conflitto è diventata così comune nei film da essersi trasformata in un cliché, ma quando lo ha fatto Giovanna ha cambiato il corso degli eventi della sua epoca. Ecco alcuni dei modi in cui la storia di Giovanna d’Arco è meglio di tutto ciò che potete trovare sugli schermi attualmente:

1) Guidò un esercito

Al di là del fatto che fosse insolito che una donna combattesse in guerra, e ancor di più che comandasse un esercito, Giovanna ha fatto qualcosa di incredibile per una persona del suo status. Ragazza comune e non istruita il cui padre era un semplice agricoltore, ottenne un’udienza con l’erede al trono di Francia Carlo VII e lo convinse a permetterle di guidare l’assedio di Orléans.

La città di Orléans era assediata da sei mesi dalle forze inglesi, ma Giovanna, senza alcuna esperienza di battaglie, riuscì a guidare 700 uomini nella riconquista della città in soli quattro giorni. Liberata la zona dal nemico, Carlo VII riuscì a recarsi in tutta sicurezza a Reims, dove sarebbe stato incoronato.

Se Carlo stava probabilmente mettendo alla prova la validità delle affermazioni di Giovanna con un compito che non si aspettava mai che lei potesse portare a termine, la vittoria della ragazza lo portò a concederle una posizione di autorità sui suoi eserciti e a farla combattere nel suo nome durante la Guerra dei Cent’Anni. Non è comunque chiaro fino a che punto Carlo avesse fiducia nella guerriera inviata da Dio, visto che dopo la sua cattura il re inesperto non fece alcun tentativo di liberarla.

2) Indossava un’armatura e combatteva insieme agli uomini

Il XV secolo non era un’epoca molto progressista, e una donna che indossava abiti maschili non veniva accettata da tutti. Ad ogni modo, Giovanna combatté fianco a fianco con soldati induriti dalla guerra, brandendo una spada che secondo l’Encyclopedia Britannica venne ritrovata dopo che Giovanna aveva espresso una profezia:

Sul vessillo di Giovanna era dipinta un’immagine di Cristo Giudice, e una bandiera riportava il nome di Gesù. Quando venne tirata in ballo la questione della spada, dichiarò che sarebbe stata trovata nella chiesa di Sainte-Catherine-de-Fierbois, dove infatti ne venne scoperta una.

Quando venne imprigionata, i suoi carcerieri esigevano che indossasse abiti femminili, e lei accettò. Vari giorni dopo, tuttavia, venne ritrovata nella sua cella mentre indossava ancora una volta indumenti maschili. Gli storici teorizzano che probabilmente li preferiva solo perché erano più comodi, visto che era ormai un combattente esperto, ma è anche possibile che le guardie l’abbiano costretta a indossare abiti maschili per farla sembrare provocatrice agli occhi delle autorità.




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3) Tentò varie volte di fuggire

Giovanna non voleva certo rimanere in prigione, ed era disposta a fare di tutto, anche cose pericolose, per fuggire. Quando venne catturata per la prima volta, Giovanni di Lussemburgo la mandò nel suo castello nel Vermandois. Lei cercò di fuggire, e Giovanni la spedì in un castello più distante in territorio inglese.

Nella sua seconda prigione venne trattata con gentilezza, ma il suo desiderio di fuggire divenne così intenso che scalò una torre e saltò giù dalla cima, finando nel fossato. Svenne anche se non era ferita gravemente, ma ci volle comunque del tempo perché si riprendesse prima di poterla trasferire nuovamente.

4) Sosteneva coraggiosamente le sue convinzioni

Il processo contro Giovanna fu quantomeno parziale. Non le venne permessa una difesa, e l’interrogatorio si basò sull’estorsione di informazioni. Giovanna mostrò livelli eroici di forza durante tutta quella prova, credendo profondamente nella giustizia della sua causa, anche se le autorità fecero tutto ciò che era in loro potere per screditare la validità delle voci che sentiva.

A un certo punto venne minacciata di tortura se non avesse ritrattato le sue affermazioni. Giovanna disse che potevano torturarla quanto volevano perché non avrebbe ritrattato. Poi, preoccupata che la tortura potesse farle dire qualcosa per porre fine al supplizio, disse con spavalderia ai suoi tormentatori che se avesse ritrattato non avrebbero dovuto crederle, perché avrebbe detto solo bugie dettate dalla costrizione.




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5) La sua fede rimase salda fino alla fine

Perfino in un processo predisposto per andare contro Giovanna coloro che la interrogavano devono aver riconosciuto la purezza della sua fede. Prima che venisse portata sul rogo per essere bruciata le venne permesso di confessarsi e di ricevere la Comunione, un esempio di misericordia senza precedenti che in genere era rifiutato a quanti venivano giustiziati come eretici.

Giovanna accettò la morte di buon grado. L’Encyclopedia Britannica dice che la sua ultima richiesta fu semplicemente che venisse innalzata una croce di modo che le fiamme non le impedissero di vederla:

Un domenicano consolò Giovanna, che gli chiese di tenere in alto un crocifisso perché lei riuscisse a vederlo e a gridare le assicurazioni di salvezza così forte che le potesse sentire sopra il fragore delle fiamme. Fino all’ultimo sostenne che le voci erano inviate da Dio e non l’avevano delusa.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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