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Il Papa affida a 15 giovani i testi per la Via Crucis

Via Crucis

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 10/03/18

Sotto la regia del professore Monda, i liceali hanno preparato le meditazioni per il Venerdì Santo. Vediamo come si è arrivati a questa scelta innovativa, che ricorda quella di Benedetto nel 2013

Papa Francesco ha affidato quest’anno la preparazione dei testi per la Via Crucis del Venerdì Santo, presieduta dal Pontefice al Colosseo, a un gruppo di giovani studenti, coordinati dal professor Andrea Monda, scrittore, saggista e docente di religione al liceo classico “Pilo Albertelli” di Roma. Lo stesso Monda li ha selezionati tra i suoi alunni ed ex alunni.

“Un’altra idea eccezionale”

«Ho ricevuto una telefonata direttamente dal cardinale Gianfranco Ravasi che mi conosce da tempo. Mi ha detto che il Papa essendo l’anno dei giovani aveva avuto l’idea di far scrivere ai ragazzi le meditazioni della Via Crucis. Questa è veramente un’altra idea eccezionale di questo Papa. Il lavoro lo hanno fatto i ragazzi, io ho solo fatto da coordinatore. È emerso un lavoro corale», ha raccontato il professore in un’ intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000.

WEB ANDREA MONDA WRITER ITALIA PROFESSOR © Andrea Monda Facebook
© ANDREA MONDA / FACEBOOK

Dai migranti agli smartphone

«Sono 14 sguardi diversi – ha sottolineato Monda – accomunati dai sentimenti e i desideri della fascia di età dai 20 ai 25 anni. Lo sguardo è simile ma ciascuno ha la propria particolarità che parte dall’esperienza quotidiana. C’è chi si è riferito al tema dei migranti, guardando Cristo rifiutato e chi ha parlato della tecnologia e dei telefonini» (Il Sole 24 Ore, 9 marzo).

Ognuno ha espresso, racconta il professore, «ciò che scaturiva dal proprio cuore». «C’è chi si è sentito più toccato dal brano della Veronica, chi dal Cireneo, e così l’assegnazione delle stazioni è stata semplice».

I commenti dei giovani autori

«Ho riflettuto su Gesù davanti a Pilato e sulla folla che lo condanna e predilige Barabba», ha raccontato Valerio De Felice che ha meditato la prima stazione, «In quella folla c’è una “non decisione”, una responsabilità diffusa dove si perde la volontà del singolo. È la decisione che in realtà spesso preferiamo adottare perché ci manca il coraggio di esprimere ciò che realmente pensiamo».

Marta Croppo si è soffermata sulla morte di Gesù. Nel suo commento alla XIV stazione, sottolinea che Gesù nel sepolcro insegna ad entrare dentro se stessi, «nel proprio sepolcro, dove spesso non si ha il coraggio di scendere», in quell’interiorità che solo Cristo può vedere e può sondare. Scrivere le meditazioni per la Via Crucis al Colosseo insieme ad altri coetanei? Per Marta Croppo è «un’esperienza che fa scoprire la bellezza della fede condivisa» (Vatican News, 9 marzo).


Gesù Crocifisso

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Lavoro decisamente “social”

«Durante il lavoro di coordinamento – sottolinea, infine, Monda – ho apprezzato diversi aspetti positivi insiti nella proposta del Papa: chi meditava erano dei giovani, in alcuni casi dei millennials, e questo lo si percepiva dai testi che mi arrivavano per mail o su Facebook o tramite Whatsapp, ed erano tanti, ben 15 giovani simili ma diversi tra loro».

E così il mondo intero, il 30 marzo, Venerdì Santo, ascolterà i lavori di Maria, Margherita, Valerio, Agnese, Greta, Francesco, Chiara, Marta… e tutti gli altri.




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L’esperimento di Benedetto

Cinque anni fa, prima delle dimissioni, Benedetto XVI aveva chiesto che a dar voce alle meditazioni della Via Crucis fossero dei giovani libanesi, che, sotto la guida del patriarca di Antiochia dei maroniti, il cardinale Béchara Boutros Raï, hanno manifestato le ansie e le attese dei popoli del Medio Oriente.

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