Dopo questo evento iniziò il calvario: cure antibiotiche, pellegrinaggio da un ospedale all’altro fino alla diagnosi definitiva: non ci sono speranze e dalle strutture sanitarie suggeriscono un aborto terapeutico “specificando che non ci sarebbero stati problemi perché comunque il suo cuore ad un certo punto avrebbe smesso di battere. Ma così non è stato: il suo cuore pulsava”. Anche per Vanna la frustrazione è grande, l’idea di abortire si fa strada, ma lei tentenna, ci spera ancora, fino a quando arriva al termine per l’aborto legale, fino a che scatta qualcosa nel cuore e nella mente di questa madre in ansia per la vita della figlioletta:
Improvvisamente mi sentii serena, impotente, ma serena. Continuavo a ripetere ad Amanda: adesso il tuo destino non dipende più da me, non potevo più scegliere niente per lei. In questo stato di abbandono scoprimmo la preghiera che è stata il conforto decisivo di tutta la restante parte della gravidanza. E qui entra in campo Papa Montini. Non sapevo neanche lontanamente chi fosse. Ma ci stava già aspettando. Dove? Al santuario delle Grazie di Brescia dove io e Alberto ci recammo in pellegrinaggio senza neppure sapere il perché, senza capire il bisogno di chiedere una grazia. Se non lo conoscevate come avete fatto a scoprirlo? Sono infermiera a Legnago, un mio collega medico ginecologo, il dottor Paolo Martinelli mi disse: “Perché non andate a pregare nel santuario di Paolo VI? E’ stato proclamato beato per un miracolo su un bambino non ancora nato”. E voi andaste? Era il 29 ottobre 2014 e non sapevamo neanche che si potesse chiedere una grazia. Non sapevo neanche che faccia avesse Paolo VI, non feci neppure una ricerca su internet. Quando mi ritrovai davanti alla sua statua di bronzo rimasi stupita: “Sei tu allora quello di cui ci hanno parlato?”. Che cosa faceste? Ci inginocchiammo in lacrime e poco distante su un banco del santuario trovammo un santino con la sua immagine e sul retro una preghiera di intercessione. La recitammo e quando arrivammo allo spazio lasciato vuoto per inserire il nome della persona per cui chiedere la grazia, pregammo per lei, per Amanda.
Il calvario di Vanna e Amanda è finito alla 26esima settimana, all’alba del Natale 2014, alle 6 di mattina quando la piccolina è venuta alla luce pesando poco più di 800 grammi, ma senza presentare alcun tipo di problema tipiche di chi ha questo tipo di nascite premature. Niente problemi per i polmoni, il cuore, gli occhi, lo sviluppo neurologico. Amanda era sana come un pesce. Adesso Amanda vive, ha poco più di tre anni e vive, secondo la Chiesa, grazie all’intercessione di quel Papa, anzi di quel santo Papa, che scrisse in anni difficili una Enciclica sulla vita nascente…