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Nel peggior momento della sua vita, un pellegrinaggio ha cambiato tutto

MEDJUGORJE
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Religión en Libertad - pubblicato il 08/03/18
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La scrittrice Carmen Posadas intervista sua figlia sul suo viaggio a MedjugorjeSofía Ruiz de Cueto è la figlia primogenita di Carmen Posadas, la scrittrice ispano-uruguayana vincitrice del Premio Planeta. L’autrice si dichiara cattolica e ha parlato apertamente del Cielo, e ora sua figlia può dire lo stesso.

Carmen e Sofía hanno parlato in un’intervista che la madre ha fatto alla figlia su Mater Mundi TV sulla conversione di Sofía, una conversazione sul passato, sul momento in cui Dio è apparso nella sua vita e su come vive ora che è innamorata di Cristo.

Il peggior momento della vita

Sofía ha vissuto una conversione totale a Medjugorje in un momento molto complicato della sua esistenza. Un ruolo importante in tutto questo l’ha avuto il suo socio, che ha insistito ripetutamente per mesi sul fatto che doveva compiere quel pellegrinaggio che poi ha cambiato tutta la sua vita.

“Non volevo andare perché il viaggio è saltato fuori in un periodo molto negativo, quando stavo divorziando. Questo mi aveva portato ad allontanarmi molto, e se già non avevo una fede molto forte mi aveva fatto prendere le distanze con rabbia”, ha raccontato Sofía alla madre.

“La Vergine ti sta invitando”

Nel vortice lavorativo e del divorzio, con dei bambini piccoli da curare, il suo socio insisteva perché andasse, ma lei rifiutava: “Ho i miei figli, un’agenda piena di pazienti, un congresso, è anche la festa della mamma e sto divorziando”.

“La Vergine ti sta invitando”, le ha risposto il suo socio. “Di fronte a una frase del genere non sono riuscita a trovarne un’altra per dire di no, e allora ho detto che sarei andata”.

Alla fine la strada per il viaggio si è spianata completamente. I bambini non sono stati un problema e l’agenda si è svuotata, anche se lei continuava a sentirsi “spaesata”. Ed è così che è arrivata a Medjugorje.

I primi momenti non sono stati facili. Quando sono arrivati ci sono state la Messa e l’adorazione. “Sono uscita furiosa, me ne sono andata a letto senza cena”, ha raccontato.

Il giorno successivo, però, è stato l’inizio della sua nuova vita. La giornata cominciava con una spiegazione storica, e lei è andata ad ascoltarla. Poi bisognava salire sul monte delle apparizioni. Si saliva recitando il Rosario e ogni mistero era recitato da una persona.

Quando era la volta del quinto mistero, il suo socio le ha dato il rosario perché lo conducesse lei e non è riuscita a dire di no. “Ho pregato e ho iniziato a piangere, piangere e piangere, e da quel momento ho sentito la pace dentro di me. L’ira e la rabbia se ne sono andate e ho provato una tranquillità incredibile”.

Sofía ha spiegato che il grande cambiamento della sua vita non si è verificato in quel momento ma una volta tornata a Madrid, quando ancora manteneva quello stato di grazia.

Un sacerdote li aveva avvertiti durante la Via Crucis a Medjugorje sul ritorno alla realtà e alla quotidianità, perché in pellegrinaggio è molto facile stare su una nuvola, ma una volta a Madrid, ha detto portando un esempio, trovi un semaforo rosso e perdi la testa.

A Medjugorje ha imparato a pregare

“Mi è servito, è accaduto a poco a poco. Ogni volta che vedevo un semaforo rosso mi ricordavo di Dio”. “Una volta che Lo incontri davvero crea un desiderio in te e inizi a voler pregare sempre di più. Grazie a Medjugorje ho imparato a pregare e il potere della preghiera”.

La vita di Sofía è cambiata. Prima del pellegrinaggio allontanava quello che “non era tangibile” perché era una donna “autosufficiente e orgogliosa”, ma ora si è resa conto che “Lui è sempre stato lì, disposto ad aiutarmi”.

“Quando hai visto che Dio esiste, che è lì e che puoi appoggiarti a Lui per qualsiasi cosa, il bagaglio di stress e angoscia scompare. Puoi avere lo stesso caos e 20.000 cose da fare, ma non le gestisci con stress e ansia perché non ricade tutto su di te”.

“Molta scienza ci restituisce a Dio”

Come medico e direttrice di una clinica, Sofía fa sua la citazione di Louis Pasteur: “Un po’ di scienza ci allontana da Dio, molta scienza ci restituisce a Dio”.

Per lei, “più scienza hai, più finisci per arrivare a Dio”, e nell’ambito della medicina, in cui si vede tanta sofferenza, ha ormai la certezza che “quando la persona incontra Dio quella sofferenza è un’altra cosa”; “Dio aiuta moltissimo a eliminare la sofferenza, si vede la Sua mano”.

Articolo pubblicato originariamente da Cari Filii

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]