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Siate imprevedibili, le parole dell’amore mettono in fuga i demoni

MUM, DAUGTHER, KISS

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 08/03/18

Gesù ridà la voce ai muti e una capacità di comunicare che spezza la logica di azione-reazione del male

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate.
Ma alcuni dissero: «E’ in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni».
Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra.
Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.
Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.
Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. (Luca 11,14 -23)

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni»”. Ci sarebbero tante cose da dire sul vangelo di oggi. Ad esempio sarebbe interessante accorgersi che il demonio del racconto odierno ha uno strano modo di tormentare la persona posseduta: lo costringe al mutismo. Dovremmo avere in grande considerazione delle cose che diciamo e che raccontiamo, ma forse dovremmo cominciare a prendere in considerazione anche i silenzi, cioè tutto quello che non riusciamo a dire o a raccontare perché magari potrebbe essere un male per noi. Infatti molte cose si risolvono anche solo semplicemente parlandone eppure preferiamo tenerci tante cose dentro pensando di non avere le parole giuste, o magari per paura di essere fraintesi o incompresi. Gesù interviene innanzitutto sulla comunicazionedi quest’uomo: gli ridona le parole.

Parlare è il primo modo di mettere in fuga il demonio che solitamente invece vive di omertà. Ma un altro elemento da sottolineare è l’idea che la gente si fa di questo prodigio: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Questo fraintendimento è molto diffuso nella nostra mentalità: se tu vuoi sconfiggere un male devi usare un male più forte. Ma il male lo si può sconfiggere solo con un bene più grande, diversamente il male che scaccia male crea solo un male più grande.

Ciò significa che per mettersi contro il male bisogna saper scegliere anche il modo giusto, la maniera giusta, le armi giuste. Ad esempio il male si nutre di “azione-reazione”, e rimane sbaragliato tutte quelle volte che noi invece di reagire perdoniamo, oppure non ne teniamo conto. La mentalità del male è strettamente logica, ma l’amore è sempre più grande di ogni logica e quindi è imprevedibile. Praticamente dobbiamo imparare ad essere quanto più imprevedibili possibili perché il male ci vuole invece prevedibili e quindi facilmente manovrabili.

#dalvangelodioggi

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