di Andrés D’Angelo
Devo confessarlo. Sono analista di sistemi, ma non è colpa mia. Quando sono uscito dal liceo era “la carriera del futuro”, e prometteva molto denaro e un’infinità di opportunità. Chiaramente nessuno è perfetto, e men che meno io, ma le promesse mi sono sembrate interessanti, e quindi ho studiato sistemi.
Fino alla fin degli anni Novanta era un lavoro piuttosto noioso. Dovevamo realizzare sistemi di amministrazione, quasi sempre per banche o grandi imprese, poco altro. Il lavoro di sviluppatore di software non era affatto interessante, né aveva grandi incentivi. Con l’avvento di Internet le cose hanno iniziato a cambiare. Le prime “reti sociali”, come AOL Instant Messenger e MySpace, hanno cominciato a far sì che le nostre interazioni con parenti e amici lontani diventassero sempre più vicine e più “ricche”. “Ricche” tra parentesi, perché nessuno ha visto ciò che veniva, salvo alcuni “vecchi brontoloni” ai quali all’epoca nessuno prestava attenzione.