Né una morale fai da te né un legalismo fine a sè stesso serviranno a dare gusto e senso alla vita. E’ necessario seguire la Legge fino al suo compimento: Cristo stessoIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. » (Matteo 5,17-19)
Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto». Credo che faccia bene a tutti imparare a memoria questo passo del vangelo. Va sempre un po’ di moda pensare che Gesù sia una sorta di scorciatoia della morale e delle regole.
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L’adagio è questo: “che fa se trasgredisci le regole, l’importante è che ci si voglia bene!” Questo buonismo da quattro soldi è incenerito dall’affermazione di Gesù del Vangelo di oggi. Il cristianesimo non è un modo per farsi una morale fai da te, ma un modo per vivere in pienezza ciò che potrebbe diventare solo un bieco legalismo anch’esso da quattro soldi.
Per capirne il senso permettetemi di usare un esempio culinario: la morale nella cucina coincide con gli ingredienti dosati al punto giusto, con i tempi di cottura, con le aggiunte di spezie e così via. Tutte queste regole fanno sì che il piatto risulti riuscito e buono. Potremmo dire che Gesù aggiunge i consigli di un cuoco esperto ma non serve avere buoni consigli senza innanzitutto seguire la semplice ricetta. Attenzione quindi a pensare che il cristianesimo vero è la liberazione di ogni morale, perché scopo della morale è la buona riuscita di una vita, la sua felicità non la sua limitazione.
Fatta questa precisazione però va subito aggiunto che non basta la perfezione della ricetta a rendere un piatto buono, perché poi ci vuole l’arte del cucinare, il coinvolgimento personale di chi ha le mani in pasta, la capacità di saper improvvisare, aggiustare, aggiungere, correggere. La vita reale è sempre una provocazione a ciò che ci è stato insegnato. Ciò non significa che ogni situazione esige una sua morale di riferimento, ma che ogni situazione ci invita ad applicare sempre meglio, e in maniera sempre nuova e creativa la stessa ricetta. Non una morale nuova, ma un modo sempre nuovo di vivere la stessa morale.
#dalvangelodioggi