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Come i cattolici hanno inventato il capitalismo

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Il monaco camerario di San Mattia riscuote i denari del monastero al banco dei Procuratori di San Marco / Venezia, Seminario Patriarcale, Biblioteca

Aleš Žužek - pubblicato il 07/03/18

La nascita del capitalismo è spesso associata al protestantesimo, ma le radici del capitalismo sono leggermente diverse

Le basi dell’idea, ancora salda nella mente di molti, per cui il capitalismo è stata un’invenzione pionieristica dei protestanti sono state gettate nel 1905 dal sociologo tedesco Max Weber nel suo libro L’Etica Protestante e lo Spirito del Capitalismo.

I tipi ascetici di protestantesimo e capitalismo

Anche se nel suo libro Weber non afferma mai che il capitalismo sia stato inventato dai protestanti, le sue tesi sono state spiegate in questo modo dai suoi lettori.

Weber ha scritto solo che il protestantesimo – o, per essere precisi, il suo tipo ascetico (perlopiù calvinista) – ha giocato un ruolo importante nella storia dello sviluppo e nella formazione dello spirito capitalistico, già esistente prima della Riforma.




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L’accumulo protestante del capitale

Secondo Weber, i protestanti ascetici credevano che in base all’etica del lavoro protestante fosse inutile per una persona religiosa godersi la sua ricchezza e non fare niente. La ricchezza acquisita doveva essere reindirizzata verso la produzione. Di conseguenza, il capitale accumulato influenzava positivamente lo sviluppo del capitalismo (e quindi l’industrializzazione), soprattutto in Olanda, in Inghilterra e in Nordamerica.

L’ascesa dell’Europa del Nord protestante

Il fatto è che dal XVII secolo l’Europa venne economicamente dominata da alcuni Paesi protestanti: prima dall’Olanda calvinista, poi, nel XVIII secolo, dall’Inghilterra. Questo non può essere tuttavia spiegato solo con l’ascesa del protestantesimo.

Prima della Riforma, comunque, il Paese europeo più ricco era l’Italia, vera patria del capitalismo delle origini.

Lo sviluppo di un’economia capitalista iniziò nel XII secolo nel nord della Penisola (nelle città-Stato di Venezia e Genova) e in Toscana.

Capitalismo, Rinascimento e umanesimo

È in Italia che vennero fondate tutte le principali istituzioni capitaliste: il sistema bancario (il Monte dei Paschi di Siena, istituito nel 1472, è la più antica banca del mondo ancora operante), la contabilità a partita doppia, l’idea del debito pubblico, il concetto di compagnia e così via.

Nel XVI secolo l’Italia capitalista, che arricchiva il mondo con il Rinascimento e l’umanesimo, era duecento anni avanti rispetto ai Paesi vicini. La Francia, secondo il famoso storico francese Fernand Braudel, era “solo” un secolo indietro.




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Martin Lutero ribelle contro la ricca Italia

Quando secondo la leggenda Martin Lutero, un frate agostiniano tedesco, diffuse le sue 95 tesi nel 1517, in realtà si opponeva al capitalismo nascente dell’Italia ricca e progressista.

Lutero, che non era entusiasta della ricchezza capitalistica e rifiutava la partecipazione azionaria come un’inaccettabile speculazione finanziaria, non è stato considerato da Weber un promotore dello sviluppo capitalistico.

Il ruolo del calvinismo

Per Weber, il teologo francese Giovanni Calvino, fondatore del calvinismo, è stato molto più importante. Weber non ha mai affermato che Calvino volesse realmente promuovere in modo metodico l’economia capitalistica. A suo avviso, questa è stata una conseguenza del suo insegnamento, che ha in qualche modo costretto i calvinisti a cercare l’autoaffermazione nel successo economico.

L’ascesa del Nord europeo ex povero a scapito del Sud mediterraneo una volta ricco è però una conseguenza non tanto del protestantesimo, quanto dei grandi cambiamenti seguiti alla scoperta dell’America (ironicamente scoperta da marinai italiani).

Queste scoperte condussero l’Italia degli inizi del capitalismo, tagliata fuori dalle rotte oceaniche, a un lento declino economico, e spostarono il centro dell’economia vicino all’Oceano Atlantico, soprattutto nell’Inghilterra protestante e in Olanda.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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