Non abbiamo motivo di temere il diavolo, ma dovremmo capire chi siaAvevo 8 o 9 anni quando una bambina che ammiravo molto alla scuola elementare mi affrontò molto chiaramente parlandomi del diavolo.
Un giorno a ricreazione, per impressionarla, le dissi la mia teoria teologica personale: il diavolo non poteva esistere perché Dio non avrebbe creato qualcosa di negativo, e Dio aveva creato tutto.
Mi aspettavo che concordasse ammirata, e rimasi scioccato vedendola irritarsi visibilmente.
“Allora la Bibbia mente!”, disse. “Pensi che la Bibbia menta?”
Non replicai, e lei piano piano si calmò, ma era ancora arrabbiata e disse: “Dio ha creato te e il tuo peccato, perché ti ha dato il libero arbitrio. Ha dato anche agli angeli il libero arbitrio. E il diavolo lo ha usato per peccare”.
E in questo modo diede brillantemente la risposta a quattro miti comuni che molta gente ha ancora oggi sul diavolo. Consideriamoli uno per volta.
Primo mito: il diavolo non esiste.
Secondo la Bibbia, la Chiesa cattolica, e quasi ogni grande religione – per non parlare della conoscenza di senso comune che salta fuori nella cultura pop, nei film e nella televisione – il diavolo esiste.
I demoni sono una parte ineludibile dell’Antico Testamento.
La storia della creazione inizia con quella di Adamo ed Eva e del loro peccato – la loro caduta dallo stato di grazia. Al centro di quella storia c’è il diavolo, che mente ad Eva per far sì che questa rinunci alla sua amicizia con Dio.
L’Antico Testamento ci rivela poi il nome di tre demoni – Lucifero, Asmodeo e Satana –, e quindi sappiamo che non c’è solo un diavolo, ma una serie di angeli che hanno scelto di opporsi a Dio.
Il Nuovo Testamento menziona di più il diavolo, e la battaglia con i demoni è fondamentale nella missione di Cristo.
La Prima Lettera di Giovanni si arriva a dire: “Il Figlio di Dio è venuto per distruggere le opere del diavolo”.
Come afferma il Vangelo di Matteo, “Condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva”.
Notate che il Vangelo considera gli “indemoniati” e gli “epilettici” categorie separate – non era solo una comprensione primitiva della malattia. Era il diavolo.
E lo è ancora. “Attorno a noi, basta aprire un giornale”, ha detto Papa Francesco; “vediamo che la presenza del male c’è, il Diavolo agisce ”.
E allora cos’è il diavolo? “Non è la nebbia di Milano. Non è una cosa diffusa, è una persona”, ha sottolineato il Pontefice. Ma che tipo di persona?
Secondo mito: il diavolo è l’opposto di Dio
I cattolici non credono che nel cosmo ci siano due “superpoteri” – Dio e il diavolo, come la luce e il lato oscuro della forza. Piuttosto, crediamo che ci sia un unico potere – Dio Onnipotente, che è Sommo Bene e creatore di tutto, incluso il diavolo.
Ma allora perché esiste un diavolo? Il Compendio del Catechismo, promulgato nel 2005, spiega che “Satana e gli altri demoni, di cui parlano la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa, da angeli creati buoni da Dio, si sono trasformati in malvagi, perché, con libera e irrevocabile scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno, dando così origine all’inferno” (n. 74).
Dio è amore, e ha creato l’universo per amore. Tutte le creature mostrano il suo amore, ma solo due tipi di creature possono ricambiarlo: gli angeli e gli esseri umani. Gli angeli sono creature spirituali, riconosciute da ogni religione e ogni cultura nella storia. Come noi, hanno raziocinio e volontà – la capacità di pensare e di scegliere. Ciò vuol dire che possono amare.
Significa anche che possono scegliere di non amare.
Noi esseri umani viviamo nel tempo, e se scegliamo di non amare Dio la nostra scelta ci pone in slow motion, attraverso le decisioni e le azioni di una vita. Gli angeli vivono al di fuori del tempo, nell’eternità: alcuni hanno rifiutato Dio nell’eterno “ora” del cielo e sono entrati nell’eterna oscurità dell’inferno.
Terzo mito: il diavolo vuole possedermi
Guardando la televisione potremmo pensare che il più grande desiderio del diavolo sia possedere le persone, ma non è così.
Sì, il diavolo è reale, e sì, vuole vederci dannati all’inferno, ma non riguarda noi. Non ci ama. Non ci odia nemmeno.
Odia solo Dio, e vuole ferirlo nell’unico modo in cui può farlo.
Sa quanto Dio ci ami, e quindi vuole ferire Dio ferendo noi.
La possessione demoniaca esiste davvero.
L’attività diabolica in genere ricade in una di quattro categorie, mi ha detto un esorcista che ho interpellato. Le forme più “soft” sono l’infestazione (di un luogo o un oggetto) e l’ossessione (implicando tentazioni intense).
Peggiore è l’oppressione – un attacco esterno da parte di spiriti maligni su una persona. La forma più rara e seria è la possessione. “La piena possessione significa che il diavolo acquisisce il controllo sulla consapevolezza della persona”, ha affermato l’esorcista. “Usa la bocca della persona per parlare. Usa le mani e le gambe della persona per fare violenza”.
Ci sono tre tipi di esorcismo. Il primo è l’esorcismo liturgico, inserito in ogni cerimonia battesimale, il momento in cui rinunciamo alla schiavitù del peccato e a Satana per scegliere Cristo.
C’è poi il cosiddetto esorcismo privato, o esorcismo semplice. È semplice come le parole “Vattene Satana”. Santa Faustima mandava via il diavolo con un segno della croce.
Il terzo tipo di esorcismo è quello solenne, “pubblico” o formale. Questo rituale viene effettuato solo con l’autorizzazione specifica di un vescovo. È una questione seria. Un esorcista mi ha detto che lavora solo con le vittime a cui è stato dato un “nulla osta” da parte di uno psichiatra. Non effettua esorcismi su chi soffre semplicemente di una malattia mentale.
La possessione è quindi reale. Ma è anche rara. Non si verifica senza che qualcuno in qualche modo vi acconsenta.
Gli esorcisti mi hanno riferito che cimentarsi con la stregoneria è il modo più comune in cui comincia, ma un altra via può essere quella che si vede all’inizio di vari film, da L’Esorcista al nuovo film di Netflix Verónica: le tavole ouija. Questi oggetti sono tentativi di comunicare direttamente con gli spiriti maligni. Non fatelo.
Perché la possessione è rara?
Perché il diavolo sa che non ha bisogno di arrivare alla possessione. Ci doniamo a lui in modi ordinari senza tutti quegli sforzi, attraverso il peccato.
“Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore”, afferma il Catechismo. “Provoca l’esclusione dal regno di Cristo e la morte eterna dell’inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili”.
Il diavolo non vuole voi, ma vuole essere sicuro che Dio non vi abbia. Il modo più semplice per farlo è tentarvi a peccare.
Quarto mito: il Diavolo può trasformarci in rock star
Ci sono fin troppe storie su gente che vende la propria anima al diavolo per ottenere capacità speciali: ricchezze, poteri soprannaturali, saper suonare bene la chitarra…
Le vittime dell’attività demoniaca conoscono la verità. Il diavolo può fare promesse molto affascinanti, ma quello che offre in realtà è rimorso e disprezzo per se stessi.
Paragoniamo due rappresentazioni recenti del diavolo: quella di Lucifer, della Fox, e quella de La Passione di Cristo di Mel Gibson.
In Lucifer, il diavolo è un focoso proprietario di un locale notturno di Los Angeles con un ghigno diabolico. Ne La Passione è raccapricciante e cupo, stranamente attraente e repellente allo stesso tempo. Questa immagine è più simile a ciò che è in realtà.
“Con Satana non si può dialogare, se tu incominci a dialogare con Satana sei perduto, è più intelligente di noi, e ti rovescia, ti fa girare la testa e sei perduto”, ha detto Papa Francesco.
Il diavolo offre piaceri facili, ma non mantiene mai le sue promesse. Non può. Solo Dio può darci quello di cui abbiamo bisogno.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]