La fede non riguarda le regole, ma sarebbe un errore dire che queste non sono importantiTrascorro buona parte del tempo dicendo alle mie figlie e ai miei studenti che la fede non riguarda le regole. È un rapporto con Dio.
Sarebbe però un errore dire che le regole non contino affatto. Perfino i nostri rapporti umani prevedono delle regole: non interrompere; non ignorare; non arrivare in ritardo senza aver avvertito…
Le letture di questa domenica (la Terza Domenica d’Avvento dell’Anno B) riguardano tutte le regole nel nostro rapporto con Dio.
Regola Numero 1: Il Tempio riguarda l’adorazione e l’accoglienza
Gesù nel Vangelo caccia i cambiavalute dal Tempio. Gli esperti hanno detto che aveva due problemi con quello che stavano facendo: in primo luogo il loro alto tasso di cambio approfittava della pietà dei pellegrini, in secondo luogo la collocazione dei loro tavoli restringeva l’unico spazio in cui i gentili potevano condividere l’adorazione nel Tempio.
Cacciando i cambiavalute, Gesù sta dicendo con enfasi: “Il Tempio è soprattutto un luogo di adorazione” e “Dobbiamo accogliere gli altri nel Tempio”.
Queste regole toccavano la sua identità più profonda e quella del popolo ebraico: il Tempio è la casa di suo Padre. È il luogo della sua dimora sulla Terra; rappresenta il patto che ha stretto con il suo popolo. Per via del Tempio gli ebrei sono il popolo eletto, ed essendo il popolo eletto vanno al Tempio.
Regola Numero 2: Ciascuno di noi è un Tempio
“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”, ha detto Gesù. Per la gente, che aveva un’alta visione del Tempio, era scandaloso, e quindi San Giovanni si affretta ad aggiungere: “Parlava del tempio del suo corpo”.
Ma ora sappiamo esattamente cosa intendeva. C’è una nuova dimora per Dio e un nuovo segno del suo patto: Gesù Cristo. E attraverso il suo sacrificio sulla croce, portato a noi mediante i sacramenti, egli inserisce tutti noi in questo “nuovo tempio” del suo corpo, e il nostro corpo diventa il tempio in cui Egli vive.
Ciò vuol dire che le vecchie regole del Tempio ora si applicano a noi: “Il Tempio è soprattutto un luogo di adorazione” e “Dobbiamo accogliere gli altri nel Tempio”.
Regola Numero 3: Non negare chi sei – e chi è Dio
Le stesse regole che Dio ha creato per il Tempio si ritrovano nei Dieci Comandamenti, nella prima lettura. I primi tre comandamenti dicono “Sei stato creato per adorare Dio”.
Il primo comandamento proibisce l’idolatria – che significhi impiegare il proprio tempo e il proprio tesoro per un vitello d’oro scintillante o un nuovissimo smartphone. Siamo stati fatti per qualcosa di più degli oggetti scintillanti. Siamo stati creati per Dio.
Il secondo comandamento proibisce di pronunciare il nome di Dio invano. Il terzo dice di riservare un giorno della settimana a Lui – non al lavoro o allo shopping, neanche su Amazon. Siamo stati creati per qualcosa di meglio, per avere timore reverenziale del suo nome e rispetto per questa giornata. Siamo stati creati per l’adorazione.
Regola Numero 4: Non far sì che gli altri non siano accolti
Gli ultimi sette comandamenti riguardano l’amore nei confronti degli altri. Pensiamo a quanto ciascuno accoglie gli altri: si onorano i genitori, si rispetta la vita, non si commette adulterio, non si ruba.
Rubare è sicuramente poco accogliente, ma anche concentrarsi talmente su di sé da non poter servire il povero ci rende incapaci di accogliere chi ne ha più bisogno.
Mentire sul nostro prossimo non è accogliente, ma anche creare nuove versioni di noi stessi sui social media che “dicono falsa testimonianza” della nostra vita fa sentire gli altri inadeguati.
E come si possono accogliere gli altri quando si è troppo impegnati a desiderarli – nella pubblicità, nell’intrattenimento e nella pornografia?
E come possiamo accogliere gli altri quando ci vergogniamo del fatto che le nostre cose non siano al livello degli standard di chi desideriamo?
Regola Numero 5: Violare le regole istituite da Gesù
Tendiamo a evitare di parlare dell’ira di Dio – ma nella nostra paura di enfatizzare eccessivamente l’ira divina non dovremmo dimenticare che quest’ira è reale.
Nel Vangelo di domenica vediamo come Gesù si adira quando la gente viola le regole del Tempio. Quando violiamo i Dieci Comandamenti, quello che facciamo è altrettanto negativo o peggiore di quello che hanno fatto quei cambiavalute. Ciascuno di noi ora è il Suo tempio, ed Egli continua a non volere che nessuno renda il suo tempio un luogo di iniquità.
È questo uno degli obiettivi della Quaresima. In questo periodo, cacciamo i cambiavalute dal tempio che è ciascuno di noi; eliminiamo le cattive abitudini e le tendenze negative che abbiamo assunto, e allora potremo celebrare il momento in cui Cristo ha rinunciato alla sua vita e ha ricostruito il suo tempio – e il nostro – il terzo giorno.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]