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La detenzione di bambini migranti è inaccettabile

Los niños no son migrantes, los niños son niños

©ICMC

Miriam Diez Bosch - Jesús Colina - pubblicato il 23/02/18

Il Vaticano riunisce all'ONU Paesi e organizzazioni di aiuto per lanciare un appello comune

È inaccettabile detenere dei bambini per l’unico “crimine” (falso) di essere migranti, hanno affermato Paesi e istituzioni internazionali convocati dal Vaticano all’ONU per levare una voce comune sul tema.

Le conseguenze fisiche e psichiche della detenzione di minori in queste circostanze sono infatti enormi: dall’ansia agli incubi, dalla depressione alle difficoltà nello sviluppo.

La cosa peggiore è che detenere i minori non aiuta a gestire la migrazione, né costituisce una misura di protezione per nessuno.

Di fronte a questa constatazione, la Santa Sede incoraggia il Patto Mondiale sulle Migrazioni, nel quale si presenta la necessità di porre fine alla detenzione dei minori come uno dei punti più urgenti (Holymission.org).

Per raggiungere questo obiettivo, il rappresentante del Papa presso le Nazioni Unite, l’arcivescovo Bernardito Auza, ha convocato il 21 febbraio nella sede delle Nazioni Unite a New York una tavola rotonda con entità collegate alle migrazioni internazionali, come l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, la Caritas e le agenzie ONU per l’infanzia (UNICEF) e per i rifugiati (ACNUR).

Paesi importanti si sono uniti all’incontro, al quale è stata invitata anche la rete cattolica globale Aleteia.org.

Non c’è un documento conclusivo dell’evento, ma una constatazione: non ci sono bambini migranti o bambini non migranti – i bambini sono bambini e basta, e i loro diritti devono essere rispettati.

Nell’atto, vari esperti hanno offerto dati eloquenti:

  • 50 milioni di bambini si sono spostati tra le frontiere;
  • 28 milioni di bambini e bambine sono stati sfollati a forza per fuggire da violenza e insicurezza;
  • In alcuni Paesi un bambino può essere detenuto fino a 190 giorni, la metà di un anno della sua vita;
  • Anche se i minori sono accompagnati dalle famiglie, c’è il rischio che vengano sequestrati da bande di trafficanti e che siano sfruttati;
  • Quando arrivano nei Paesi di destinazione, affrontano la deportazione e detenzioni forzate;
  • Più di 100 Paesi continuano a detenere i minori sulla base del loro status familiare migratorio.

Preoccupazione di Papa Francesco

Papa Francesco ritiene che questi bambini siano “invisibili e senza voce”, nascosti “agli occhi del mondo” (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2017).

Monsignor Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha affermato che la migrazione e la situazione dei bambini e delle bambine rappresenta una delle priorità dell’agenda vaticana.

Il sacerdote gesuita Michael Czerny, sottosegretario della Sezione per i Migranti e i Rifugiati del dicastero vaticano per la Promozione Integrale dello Sviluppo Umano (Migrants-refugees.va), ha proposto tre soluzioni:

  • Fare attenzione alle migliori pratiche per trovare canali legali per la riunificazione familiare;
  • Creare meccanismi di regolarizzazione che permettano ai bambini di vivere con i genitori;
  • Offrire opportunità educative e di impiego per i più giovani.

Padre Czerny ha spiegato che la preoccupazione del Papa per il problema dei migranti è così forte che la sezione per i Migranti è guidata direttamente da Francesco, un caso unico in Vaticano.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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