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“E voi chi dite che Io sia?”

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 22/02/18

Più entriamo nel mistero di Cristo Figlio di Dio, più noi siamo svelati a noi stessi. "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". "E tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa"

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 
Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 
E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 
A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». (Mt, 16, 13-19)

Non sappiamo perché Gesù nel vangelo di oggi inizia il racconto con una sorta di indagine di mercato, di statistica nei suoi confronti: “Chi dice la gente che io sia?“.

I discepoli gli danno tutte le risposte che avevano appreso dalle folle: “un profeta, un grande maestro, un uomo onesto, la reincarnazione di Elia, Giovanni Battista sotto mentite spoglie…” insomma, considerazioni abbastanza lusinghiere. Ma ciò che sta a cuore a Gesù è sapere in quale di quelle caselle i discepoli lo avevano collocato: “e voi chi dite che io sia?”.

E’ Pietro che risponde a questa domanda, come un impulso interiore forte: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Che è come dire: “Tu non sei semplicemente uno onesto, intelligente, devoto, pio, bravo, profetico, efficace, speciale. Tu sei molto di più. Tu sei quello che tutti, in fondo in fondo, aspettano nella vita. L’unica cosa che “compie” la vita, che le dà un carattere non di provvisorietà ma di completezza. In pratica tu sei il senso sotteso a tutto”. Gesù comprende che questa intuizione non viene da Pietro ma attraverso Pietro. E la risposta di Gesù a questa affermazione è la risposta a un’altra domanda altrettanto urgente per il discepolo: “Chi è davvero Pietro?”.

E’ bello ricordarsi che ogni volta che noi entriamo dentro il mistero di Cristo in qualche maniera troviamo la risposta a ciò che siamo noi. Più progrediamo in Lui, più capiamo chi siamo noi. Questa è l’urgenza della fede. E’ l’urgenza non di chi si aliena dal mondo, o da se stesso, ma è l’urgenza di chi entrando dentro il rapporto con questo Dio, capisce fondamentalmente chi è, perché è nato, e perché vale la pena la vita. Il nostro attaccamento a Cristo, è l’attaccamento a Qualcuno che risponde a quella domanda seppellita dentro di noi, quella domanda che ci fa tremare e allo stesso tempo ci incuriosisce: “Chi sono io veramente?”. Vivere senza cercare una risposta a questo interrogativo è un po’ come fingere, o peggio ancora è un po’ come non vivere veramente.

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