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Si può essere come un monaco anche se si vive in città?

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padre Michael Rennier - pubblicato il 19/02/18
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Queste 6 pratiche possono aiutarvi a diventare veri contemplativiLa Quaresima è un buon momento per fermarsi e pensare a come usiamo il nostro tempo. Non è facile praticare una disciplina spirituale extra per 40 giorni, ma è un’opportunità impagabile per riflettere sul significato della nostra esistenza.

Il monaco Thomas Merton ha scritto che “nella vita contemplativa c’è sempre una tentazione ad aggirare”. Citandolo nel suo libro Pilgrim at Tinker Creek, Annie Dillard afferma che per lei la mancanza di ambizione contemplativa significa “avere un po’ di amici, mangiare un po’ e viaggiare un po’”.

Si evita sempre di pensare alle grandi domande della vita, perché può sembrare impraticabile cercare la grazia in ogni momento. È anche inquietante, perché riconosce il pericolo che si annida dietro ogni angolo.

Annie Dillard, vincitrice del Premio Pulitzer nel 1975, è un caso di studio interessante, perché parla della contemplazione in un normale sobborgo della Virginia (Stati Uniti).

Praticare la contemplazione nei sobborghi potrebbe sembrare strano, ma dico che non solo è possibile, ma è anche una componente necessaria della felicità. La contemplazione ci fa rallentare per poter osservare la presenza di Dio in tutte le distrazioni quotidiane che ci circondano. Se non siamo stati posti su questa terra per cercare di comprendere il significato dell’esistenza, allora che ci stiamo a fare?

Ecco sei suggerimenti utili, in parte ispirati al libro della Dillard, su come essere un “contemplativo urbano”:

Coltivare una sana semplicità

Quando porto i miei figli a fare una passeggiata nel nostro quartiere, trovano uova di pettirosso, guardano le formiche deliziarsi con i resti del ghiaccioli e prendono ogni sasso che trovano perché potrebbe essere un diamante. La Dillard scrive di come nascondesse i centesimi sul marciapiedi perché fossero tesori da far trovare ad altri. Ci vuole una semplicità sana e da bambino per notare tutti i tesori che si annidano ai nostri piedi. Se ci fermiamo e osserviamo con attenzione, la bellezza del mondo diventa uno specchio attraverso il quale vedere più chiaramente quanto il mondo stesso sia bello.

Accettare la propria vita

È fin troppo facile far sì che i doveri familiari e lavorativi diventino una scusa per ignorare la contemplazione. Ad esempio, posso mettere insieme facilmente una lista di lamentele: i bambini fanno troppo rumore, il lavoro è duro, vivo in un quartiere rumoroso, non ho abbastanza tempo per un ritiro spirituale… Sedetevi in giardino e guardate un albero. È un albero come milioni di altri, ma diventa speciale semplicemente perché lo state guardando. È un miracolo unico, proprio come la vostra vita.

Praticate la presenza

La Dillard scrive che “la bellezza e la grazia si mettono in pratica indipendentemente dal fatto che ce ne rendiamo conto. Il minimo che possiamo fare è essere lì”. Accadono tante cose intorno a noi, che le notiamo o meno… Non perdiamocele.

Coltivate una ricca vita interiore

Prima vivevo a Cape Cod, vicino all’oceano. La bellezza naturale mi circondava. L’apprezzavo, ma solo ora capisco quanto sia stata fortunata a trascorrere lì una parte della mia vita. Anche i dintorni più belli possono diventare ordinari senza una vita interiore, mentre anche quelli più mondani possono splendere di gloria con essa. Scoiattoli e formiche sono interessanti quanto orsi ed elefanti, e una veranda nei sobborghi può favorire la contemplazione tanto quanto una spiaggia di Cape Cod.

Non fare le cose da soli

Lo splendido risultato di una vita ordinaria è che siamo circondati da persone, e le persone non sono mai ordinarie. La fonte della contemplazione è l’amore, e quindi più ci circondiamo di persone che amiamo, più la nostra anima si espanderà per abbracciarle.

Mantenere una distanza critica

Un aiuto pratico ed eccellente alla contemplazione è trascorrere qualche momento a ripensare alla giornata, non solo ricordando cos’è accaduto, ma pensando anche a cosa ha significato ogni cosa. Com’è stato presente nella mia vita di oggi Dio? Dove ho visto la grazia? Alla fine della giornata prendete tutti i momenti, belli e brutti, e offriteli a Dio.

È così che iniziamo a vedere la nostra vita non solo come una serie di compiti e commissioni, ma come un arazzo armonioso. Ciascuno di noi è prezioso, e siamo esattamente dove dovremmo essere. Qualunque siano l’ambiente e le circostanze, che viviamo nei sobborghi, in città o in campagna, c’è sempre un mistero interiore da contemplare.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]