Agli indagati è stato contestato anche l’annientamento psicologico delle ragazzine delle foto e dei video: il loro obiettivo era anche quello di mettere in atto molestie e creare una gogna mediatica, grazie all’identificazione delle vittime (Salerno Today, 12 febbraio).

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«La cosa più drammatica – dice don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter – è che stiamo parlando di una mole impressionante di foto e video di minorenni italiani e stranieri», sottolinea il sacerdote siciliano.
«Ma ciò che si occulta nel deep web, come in questo caso, non è un novità! Fino ad ora nessuno si era degnato di denunciare questo scempio, questa tragedia. Nel caso particolare di questa inchiesta in tanti sapevano e hanno taciuto. La Polizia postale ora sta indagando di più, approfondendo questo tristissimo fenomeno che tocca i nostri minori italiani e non solo. Dovec’è un bambino, un minore è necessario che ci muoviamo tutti, senza sosta, senza tentennamenti!» (www.webmarte.tv, 12 febbraio).