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Hunziker, omaggio alle donne: “Come cosa c’entra? La Madonna è la mamma di tutte le mamme!”

MICHELLE HUNZIKER

Rai Uno

Paola Belletti - Aleteia - pubblicato il 12/02/18

Giovedì 8 febbraio, seconda serata del 68° Festival di Sanremo, è andato in scena un flashmob in omaggio alle donne, guidato da Michelle Hunziker. Notevoli le reazioni sia a favore sia contrarie

L’8 febbraio  scorso, in una manciata di minuti di esibizione sanza nfamia e sanza lodo, secondo la autorithy del femminismo  in carica permanente, una Michelle Hunziker, per giunta di rosa vestita, insieme con diverse donne che si sono prestate a cantare e recitare con lei in omaggio alle donne, tutti e cinquanta gli anni di lotte per la liberazione della donna e la sua emancipazione sono stati gettati via.

Non vi pare che ci sia un eccesso melodrammatico? Cosa può mai aver fatto di tanto grave e definitivo la povera Michelle? Intanto le va riconosciuto il merito di essere scesa dalle mai troppo temute scalinate dell’Ariston in abito lungo, cantando senza stonare troppo e di non essere nemmeno caduta.

Quello che le viene contestato, con amara e sconsolata delusione, da parte di chi sa come bisogna combattere, sono i titoli delle canzoni finiti in un approssimativo ma pur sempre godibile medley: I maschi, di Gianna Nannini, Le donne di Modena, di Baccini, Viva la mamma, di Bennato, Quello che le donne non dicono ( ma soprattutto la più pericolosa, l’imperdonabile“O mia bela Madunina” accompagnato per giunta dalla motivazione: “La Madonna, la Madonnina! E’ la mamma di tutte le mamme, c’entra eccome!”

Viene subito da pensare che o le battaglie portate avanti per decenni da generazioni di donne siano state sì eroiche ma abbiano collezionato solo vittorie di Pirro, oppure che il nemico che si è alzato sul palco dell’Ariston sia imponente, mastodontico e davvero invincibile.


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Ma se torniamo con la mente e lo sguardo (anche l’udito, poverino) a quella performance di quattro sere fa non possiamo che sorridere.

In effetti però va riconosciuto alla showgirl, famosa (e anche aspramente contestata) per il suo almeno dichiarato impegno in difesa delle donne che subiscono violenza, che ha pronunciato troppe volte la parola tabù. E ha riproposto con semplicità e leggerezza un abbinamento per molti davvero indigesto. Eppure ovvio: la donna è mamma. Ogni mamma è donna, solo le donne possono diventare mamme. Evviva le mamme e, soprattutto, viva la Mamma di tutte le mamme!

Allora è proprio di questo che si occupa il femminismo? Di separare la donna dalla maternità?




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No, non è così, non per tutte. La carta di Parigi per la messa al bando della maternità surrogata, che riduce madre e figlio a prestatore d’opera e a merce, non è un’iniziativa di una congregazione di suore, né opera di madri di famiglie numerose. Le promotrici e prime firmatarie sono tre associazioni di sinistra, sostenute dalla vicepresidente socialista dell’Assemblea, Laurence Dumont. (Vedi la 27ora).

Anzi il vero femminismo intende proprio riconoscere alla donna la dignità che possiede e l’altezza smisurata del compito di essere madre, senza che esso diventi l’unico attributo.

Ecco cosa ha combinato la Michelle nazionale, col suo sorriso spontaneo e libero, a volte esagerato a sentire i numerosi addetti alla critica non richiesta che affollano i social.

Ha espresso amore per gli uomini (a me piacciono gli uomini, gli voglio bene, rispondeva infatti al finto attacco della prima che si alza come da accordi per protestare contro la scelta della canzone!), ha invocato una nuova alleanza tra uomini e donne, ha omaggiato la bellezza della maternità,  e soprattutto ha invocato una maternità superiore.




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A chi si è sentito non rappresentato, alle donne che non si sarebbero alzate per questo un poco sciatto flashmob, dobbiamo riconoscere, oltre naturalmente al diritto di dissentire, anche quello di denunciare una certa superficialità e retorica nelle scelte di Michelle. Brani tutti scritti da maschi che tracciano ritratti femminili piuttosto piatti e grossolani (escluso il brano di De Gregori) ; forse volevano proprio insistere sul legame che non va tagliato, piuttosto sanato tra uomini e donne. Questa intenzione, se davvero c’è stata, non è sufficiente a toglierci quell’impressione di trovarci ad un karaoke, alla fine di una festa di matrimonio di una coppia non proprio giovanissima.


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Poteva restare una cosa così, magari non riuscitissima, che lascia il tempo che trova. Invece ha fatto arrabbiare: ci ricorda un proverbio “Vino e sdegno fan palese ogni disegno”: forse a certo femminismo che la donna possa essere davvero se stessa non interessa affatto. E nemmeno che possa ricordare pubblicamente che c’è ancora un popolo che si ricorda di avere un Madre celeste: regina di bellezza, femminilità e potere autentico.

Allora forza, tutti in coro: O mia bela Maduninaaaaaaaaaaa!

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