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L’omicidio di Pamela è un “fallimento educativo”. Insegniamo ai giovani ad amare la vita!

PAMELA MASTROPIETRO

Facebook I Pamela Mastropietro

Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 08/02/18

Il lucido e duro intervento del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi: non sono le promesse elettorali a risolvere un problema così profondo

La vicenda di Pamela Mastropietro, la sua drammatica morte, la questione droga e migranti, la sparatoria per vendetta di Luca Traini, non sono altro che lo specchio di un clamoroso «fallimento educativo».

Il vescovo di Macerata, monsignor Nazzareno Marconi in un editoriale su Famiglia Cristiana (8 febbraio) usa toni durissimi per raccontare l’assurda morte della ragazza e il contesto sociale in cui è accaduto un omicidio senza scrupoli.

«Ciò che è avvenuto a Macerata, cittadina così piccola dove quasi tutti conoscono tutti, tra l’altro in un breve spazio di tempo, mi ha dato questa sensazione di chiarezza», sentenza monsignor Marconi.

Tre problemi che si intrecciano

Dietro tutta questa storia, secondo il vescovo, «c’è la sottovalutazione di un problema come la droga, che produce giovani deboli e dipendenti. C’è poi il problema dell’accoglienza dei migranti, che è una bella parola, ma se non si completa in una vera azione di integrazione, è solo un parcheggiare delle persone che la malavita e il disagio sociale possono poi arruolare fin troppo facilmente. Infine c’è un pensiero politico che crede di trovare soluzioni facili e veloci a problemi complessi, attraendo le menti fragili a cui propone la scorciatoia della violenza».


PAMELA MASTROPIETRO

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“Incapaci di trasmettere valori ai nostri giovani”

Dentro questa provetta, Marconi dice di aver letto «un’intera società, quella italiana e non solo quella maceratese, che si confronta con un fallimento educativo. Non siamo stati capaci di passare ai nostri giovani i valori che ci hanno permesso di uscire da una dittatura, affrontare un dopoguerra pieno di macerie e costruire nonostante ciò una democrazia stabile, che ha superato il terrorismo e ha portato cultura e benessere. Questi sono i fatti».

La “fuffa” elettorale

Se le cose stanno davvero così, ammonisce monsignor Marconi, «il cammino sarà lungo, molto più lungo di quello che ci separa dai primi di marzo, quando per un miracolo elettorale tutti ci promettono di poter risolvere i problemi che abbiamo davanti, a patto di avere il nostro voto».




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Perdita del valore della vita

Il filo rosso che sembra unire la nostra storia maceratese, modello rimpicciolito della storia italiana ed europea di oggi, osserva il pastore diocesano, «è la perdita del valore della vita. Chi si droga sa di morire, ma la vita per lui ha ormai perso di valore. Chi spaccia sa di spacciare morte, ma la vita dell’altro ha perso di valore rispetto al fascino dei soldi facili. Chi inizia a sparare sa di poter uccidere o di rischiare di morire, ma la vita vale meno delle idee che crede di poter imporre».

L’Italia post bellica «aveva, dopo tanto odore di morte, una gran voglia di vivere e questo valore condiviso della vita superava barriere e ideologie. Forse potremmo ripartire dal progetto di educare i giovani ad amare la vita, a sentire il gusto di difenderla e diffonderla».

L’esempio migliore è Papa Francesco!

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AFP / GIUSEPPE CACACE

Forse, conclude monsignor Marconi, «il fascino di Papa Francesco è racchiuso nel fatto che è vivo, ama la vita e trasmette una vita, e una speranza, che tanti hanno dimenticato. Non lo ha mai detto, ma credo che sulle sue lebbra non starebbe male una frase del tipo: “Preferisco un peccatore vivo, a un uomo perfetto ma imbalsamato”».

Forse, chiosa, è «nella direzione della vita che la nostra società deve cercare di fare qualche timido passo avanti».




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