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La suora anti-tratta: il 90% dei clienti delle prostitute è cattolico

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 08/02/18
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A denunciarlo suor Eugenia Bonetti, fondatrice della “Giornata mondiale contro la tratta delle persone”

«Sono i consumatori, i clienti (per il 90% cattolici), che sostengono e alimentano la tratta e gli ingenti guadagni dei trafficanti». A denunciarlo è suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, responsabile Usmi dell’Ufficio tratta di persone, in occasione della terza Giornata mondiale contro la tratta delle persone, che si celebra l’ 8 febbraio.

La giornata è in memoria di santa Giuseppina Bakhita. schiava sudanese e poi suora canossiana, proclamata patrona e protettrice di tutti i migranti (Agensir, 8 febbraio).

In un articolo, pubblicato sul numero di febbraio di Vita Pastorale (7 febbraio), dal titolo “Contro le nuove forme. Donne e minori, sfruttati e umiliati, per la richiesta di sesso a pagamento, sulle strade della nostra cattolicissima Italia”, la religiosa ricorda la genesi della Giornata, proposta al Papa all’indomani delle parole pronunciate nel suo primo messaggio Urbi et Orbi, in cui Francesco aveva definito la tratta di persone «la schiavitù più estesa di questo ventunesimo secolo».

“Spezzare la schiavitù”

Celebrata per la prima volta l’8 febbraio del 2016, la Giornata si pone come obiettivo quello di «spezzare, una volta e per sempre, gli anelli di tale schiavitù moderna, che ha al suo attivo migliaia di vittime anche nel nostro Paese considerato cattolico».

«Da parecchio tempo – racconta Suor Eugenia – portavo nel mio cuore il desiderio di organizzare una giornata internazionale contro la tratta di persone e, particolarmente, contro lo sfruttamento della dignità della donna, per riscoprire il valore della sua presenza nella famiglia, nella società e anche nella Chiesa».

SISTER EUGENIA BONETTI

M. MIGLIORATO I CPP
April 17, 2015: Sister Eugenia Bonetti during the twenty-first plenary session of the Pontifical Academy of Social Sciences "Human Trafficking: Issues Beyond Criminalization" in the Vatican, Italy.

L’incontro con Francesco

Dopo quel primo momento di speranza, prosegue la missionaria, «con altre consorelle, che condividevano questo servizio, accogliendo diverse migliaia di donne nelle nostre Case famiglia per un recupero della loro dignità e libertà, sorse in noi il desiderio di poter incontrare papa Francesco e condividere con lui le nostre difficoltà e aspettative».



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Il 20 settembre 2013

La richiesta di incontrare papa Francesco, partecipando all’eucaristia in Casa Santa Marta, con un gruppetto di religiose in rappresentanza delle circa 200 suore impegnate nelle Case accoglienza, fu accolta. Il venerdì mattina, 20 settembre 2013, quattro religiose di diverse congregazioni e nazionalità, piene di stupore ed emozione, hanno potuto accedere alla cappella di Santa Marta, dove Francesco celebra l’eucaristia quotidiana.

«Al termine della messa – ricorda suor Eugenia – oltre al saluto cordiale e alla presentazione di ciascuna di noi, abbiamo fatto dono a Francesco di un opuscolo a lui dedicato: “Dietro le sbarre. Dieci anni di presenza delle religiose nel Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria”, che racconta il servizio di 60 religiose, di 27 nazionalità e 28 congregazioni, che si sono susseguite dal 2003 al 2013 in questo ministero di misericordia e consolazione».

“Ci ascoltava e ci incoraggiava…”

A quel punto le suore gli fanno una richiesta accorata. «Gli abbiamo presentato la nostra difficoltà di trovare aiuto e sostegno, a volte anche da parte della Chiesa, dalle parrocchie, nonché dalle congregazioni maschili che non avevano ancora assunto un ruolo specifico di aiuto, formazione e informazione dei fedeli rispetto al tema della tratta di esseri umani, nello specifico di donne e minori, sfruttati e umiliati, per la richiesta di sesso a pagamento. Francesco ascoltava e ci incoraggiava ad andare avanti nel nostro servizio».



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Nel ricordo di Bakhita

Non poteva, però, mancare «la richiesta di iniziare a celebrare ogni anno, in tutta la Chiesa universale, la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani, la nuova forma di schiavitù del nostro seco- lo, nella festa di santa Giuseppina Bakhita, patrona di tutti gli schiavi di ieri e di oggi. Papa Francesco ha colto, con particolare attenzione, questa richiesta, che è diventata realtà, per la prima volta, l’8 febbraio del 2016, memoria della santa».

Le diocesi devono fare di più!

Grazie a questa iniziativa, conclude suor Eugenia, «molte diocesi, parrocchie e congregazioni d’Italia si sono unite per vivere questa Giornata, utile per proporre iniziative di formazione, informazione e preghiera per spezzare, una volta e per sempre, gli anelli di tale schiavitù moderna, che ha al suo attivo migliaia di vittime anche nel nostro Paese cosiddetto cattolico. Purtroppo, ci sono ancora troppe comunità diocesane, parrocchiali e congregazioni religiose che non si sono lasciate coinvolgere in questa iniziativa».



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