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Spiritualità
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Ringraziare l’angelo custode – è il minimo che si possa fare!

DIVINE CREATURE EXHIBIT

Leonardo Baldini | Stranemani International via Vatican Musei Press Office

Isabelle Cousturie - pubblicato il 07/02/18

Il nostro angelo custode è invisibile, ma è nostro protettore per tutta la vita. Il minimo che si possa fare è ringraziarlo… a buon rendere.

Vi ricordate di quell’amico invisibile – il nostro angelo custode? Padre Pio ne parlava spesso, invitando tutti quelli che andavano a trovarlo a non dimenticarlo nelle loro preghiere. Un angelo così presente, sempre pronto ad ascoltarci e ancora più pronto a consolarci. «Per amor di Dio, ascoltatelo!», esortava il santo cappuccino più popolare d’Italia. Lo chiamava “il compagnuccio di quando ero piccolo”, tanta la realtà di questa presenza era concreta per lui. Lo salutava sempre, al mattino, quando si svegliava.

Gli angeli ispirano immagini e pensieri al loro protetto, e il loro potere di intercessione è infinito. Eppure il nostro angelo custode resta sovente trascurato durante le nostre preghiere. Ecco una preghiera, composta da santa Geltrude, da indirizzargli per ringraziarlo di essere sempre a disposizione per proteggerci, per rischiararci quando il nostro spirito rischia di farsi sopraffare e di farci cadere nell’errore. Si tratta di una preghiera che si rivolge all’angelo di Dio che padre Pio invocava sovente ripetendo senza sosta: «Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste, ora e sempre».

Ti ringrazio per tutti i benefici che mi hai procurato, nel corpo e nell’anima.

Ti lodo e ti glorifico perché mi assisti con grande fedeltà e mi proteggi contro tutti gli assalti del Nemico. Benedetta sia l’ora in cui mi sei stato donato come protettore e designato come difensore. Siano benedetti il tuo amore e tutta la tua sollecitudine, poiché tu non cessi mai di affrettare la mia salvezza! Ti chiedo di perdonarmi per aver così spesso resistito alle tue mozioni e con ciò contristandoti, mio carissimo amico. Prendo ora la risoluzione di obbedirti e di servire Dio con fedeltà.

All’angelo di Dio che ha promesso “Sarò il tuo migliore amico, sarò colui che sa tutto di te. Mai ti giudicherò, perché comprendo i tuoi errori e non ti condannerò mai”, santa Geltrude (1256-1301), monaca benedettina, grande teologa e mistica del XIII secolo, affidava la propria anima e il proprio corpo. Egli era la sua guida e il suo custode perché nulla potesse scalfirla e farla allontanare da Gesù, “principe della pace”. L’“Angelo del gran consiglio”, come lo chiamava lei. Lungo il corso degli Esercizi, la santa chiedeva a Dio di inviarla, mediante il suo angelo, «il sale della sapienza e lo Spirito d’intelligenza».

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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