La maggior parte delle regole del digiuno è cambiata costantemente nel corso dei secoli.
La Chiesa di rito romano negli Stati Uniti stabilisce attualmente il digiuno e l’astinenza il Mercoledì delle Ceneri, il Venerdì Santo e tutti i venerdì di Quaresima. Ogni altro “sacrificio” che si assume individualmente è una scelta personale. Non ci sono pene per il fatto di non compiere un sacrificio del genere, anche se la Chiesa raccomanda caldamente di praticare la penitenza.
Leggi anche:
Il cioccolato diventerà un alimento raro?
Il Direttorio su Pietà Popolare e la Liturgia spiega la ragione dietro questa pratica:
Nonostante la secolarizzazione della società contemporanea, il popolo cristiano avverte chiaramente che durante la Quaresima bisogna orientare gli animi verso le realtà che veramente contano; che si richiede impegno evangelico e coerenza di vita, tradotta in opere buone, in forme di rinuncia a ciò che è superfluo e voluttuario, in manifestazioni di solidarietà con i sofferenti e i bisognosi.
L’aspetto importante dei sacrifici quaresimali è volgere il nostro cuore e la nostra mente a Gesù Cristo. Se c’è qualcosa di ostativo, come il cioccolato, allora la Quaresima è una buona occasione per praticare la negazione di sé.
Un cristiano deve tuttavia discernere con attenzione cos’è che gli impedisce di avere un rapporto intimo con Cristo e di impegnarsi in un sacrificio quaresimale che porti beneficio alla vita spirituale di una persona.
Leggi anche:
Monaci e monache al top con birra e… cioccolato
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]