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Donna centenaria trasfigura la sua famiglia con il potere di una preghiera speciale

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Annabelle Moseley

Annabelle Moseley - pubblicato il 01/02/18

Chiamami quando la vita verrà meno...

Quale preghiera sboccia sulle vostre labbra quando le parole vi mancano ma avete bisogno di tutto l’aiuto che vi può dare la vostra fede?

La preghiera preferita di mia nonna, la centenaria Annabelle Black, è l’Anima Christi, che ha imparato per la sua Prima Comunione.

L’Anima Christi è un’antica preghiera attribuita a Papa Giovanni XXII (1316-1334) e resa popolare da Sant’Ignazio di Loyola. Annabelle preferisce la traduzione elaborata dal cardinale John Henry Newman nel 1913. I suoi versi sono facili da memorizzare, e Annabelle Black crede che recitando l’Anima Christi possiamo allenare la nostra anima a formulare tutto ciò che potremo mai chiedere a Cristo, anche nei momenti di grande prova.

All’inizio dell’agosto 2017 mia nonna, che chiamiamo affettuosamente Nanabelle, è caduta, fratturandosi l’anca e la spalla. In ospedale il medico ha descritto il rischio che comportava l’operazione. Ci è stato detto: “Ora portiamo Annabelle in sala operatoria. Potete venire tutti”. La mia saggia e affascinante nonnina aveva già conquistato il cuore di ogni infermiera del piano. Mentre veniva portata all’ascensore, tutte si fermavano a parlare con lei.

Sono rimasta alla fine della fila, guardando le teste inclinate di mia madre, delle mie zie e dei miei zii, i figli pieni di fede che mia nonna ha allevato, che seguivano la madre. Mi sono resa conto che era la festa della Trasfigurazione, e comunque fosse andata Nanabelle sarebbe stata trasfigurata e noi sette eravamo fortunati ad essere lì come suoi testimoni.

Mentre entravamo tutti nell’ascensore le sue parole hanno spezzato la tensione: “Potrebbe essere divertente”, ha detto, al che abbiamo riso tutti con gli occhi lucidi.

Ci siamo riuniti a semicerchio intorno a lei come una luna crescente, mentre i medici spiegavano l’intervento. Le abbiamo detto che le volevamo bene e abbiamo parlato della procedura, ed è stato allora che mia nonna ha detto che voleva che recitassimo tutti insieme l’Anima Christi. Le lacrime scorrevano mentre dicevamo:

Anima di Cristo, sii la mia santificazione;
Corpo di Cristo, sii la mia salvezza;
Sangue di Cristo, riempi le mie vene;
Acqua del costato di Cristo, lava via le mie macchie;
Passione di Cristo, sii il mio conforto;
O buon Gesù, ascoltami;
Nelle tue ferite mi nasconderei volentieri;
Non permettere che mi allontani mai da Te;
Custodiscimi se il nemico mi assale;
Chiamami quando la vita verrà meno.
Ordinami di venire da Te,
con i Tuoi santi per cantare il Tuo amore,
Mondo senza fine. Amen.

Perfino i medici e gli infermieri di quell’ospedale pubblico si sono fermati, chinando la testa in silenzio mentre lei faceva di questa supplica a Cristo il suo potenziale addio a questo mondo e la sua eredità per noi. Perché le parole dell’Anima Christi che ha pronunciato non erano solo suppliche per la sua anima, ma il lascito più ricco che potesse offrirci.

Nanabelle ha superato brillantemente l’intervento e si è accinta a passare dei mesi in due centri di riabilitazione molto impegnativi, dove ha affrontato il dolore e la paura con grazia. Riusciva a malapena a portarsi il cucchiaio alla bocca da sola e ha dovuto imparare a camminare di nuovo, ma ha continuato a insegnare a tutti coloro che incontrava a seguirla, facendo passi esitanti ogni giorno su un cammino accidentato ma sicuro. Nonostante il mare spaventoso che aveva sotto i piedi, ha tenuto gli occhi fissi su Cristo. Alla fine di ogni visita, ci guidava nell’Anima Christi. È tornata a casa con la famiglia in tempo per le vacanze, guidandoci in quella preghiera al pranzo della festa del Ringraziamento.

Mia nonna ha sempre dimostrato che non si è mai troppo anziani, troppo fragili o troppo malati per cambiare i cuori e ispirare l’anima di chi ci circonda, e attende ancora con ansia quello che Cristo ha in serbo per lei. Anche se si chiedeva perché Egli la tenga da questa parte del cielo per tanto tempo, ora confida nel fatto che il suo operato terreno sia quasi finito e aspetta il giorno in cui la richiamerà a casa.

Ma che faremo un giorno senza una presenza come quella di mia nonna? So che molti noi si sono posti segretamente questa domanda pensando ai propri cari. Ci mancherà ogni giorno, e farà male, ma non permetteremo che il nostro dolore offuschi il nostro dovere. E allora chiediamo di essere sempre accanto a lei attraverso il Messaggero nel Tabernacolo, e attraverso l’Anima Christi, recitata dopo l’Eucaristia. “Fate questo in memoria di me”, ha chiesto Cristo. E grazie ai suoi insegnamenti appassionati sull’amore dell’Anima Christi, sappiamo come mia nonna vorrebbe che onorassimo la sua memoria: attraverso la nostra adorazione e la lode del Corpo di Cristo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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