Per riflettere: il consumo di pornografia alle Hawaii crolla sotto la minaccia di un missile
Cosa fareste se vi restasse solo mezz’ora di vita? “Questo non è una simulazione”, dice l’avviso; è sabato, è gennaio e siamo alle Hawaii.
Parliamo dell’episodio di panico che ha avuto luogo il 13 gennaio nelle isole del Pacifico quando sui cellulari si è diffusa un’allerta: “Impatto imminente di missile balistico. Cercate rifugio urgentemente. Questo non è una simulazione”. Le tensioni internazionali e la fonte del messaggio permetterebbero di prenderlo sul serio. Dopo quaranta minuti di panico, le autorità hanno confermato che si trattava di un grave errore umano nel sistema ufficiale dell’allerta.
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Dove si sono rifugiati gli hawaiiani durante l’allarme? Non certo nella pornografia. In effetti, rispetto agli altri sabati il consumo di video sessuali è crollato quasi dell’80% 15 minuti dopo l’avviso. Cos’è successo in seguito? 15 minuti dopo la smentita il consumo è schizzato fino a superare del 50% il traffico normale di un sabato alle 9.00.
Si tratta di un dato significativo, visto che tutti i giornali hanno sottolineato il picco di visite dopo l’allarme e non il contrario: la caduta nei momenti decisivi della vita. Le statistiche sono chiare: quando si può morire non si guarda materiale pornografico; affiora quello a cui dedicheremmo la vita nell’ultimo istante, come hanno confessato gli hawaiiani: proteggersi, pregare, chiamare i familiari…

Dopo aver recuperato la calma, gli hawaiiani hanno consumato più materiale pornografico che negli altri sabati, ma non è ciò che conta davvero. L’errore c’è, e già lo sappiamo. Non serve esagerarlo né sottolinearlo. L’affare della pornografia è più interessato a sottolineare i dati scandalosi per dar loro un tocco di naturalezza e importanza. Il rapporto annuale del portale pornografico più popolare afferma di aver ricevuto oltre 28 miliardi di visite nel 2017, ovvero 81 milioni al giorno.
Ogni minuto ci sono tante ricerche di materiale pornografico quanti hamburger di McDonald’s consumati in un anno intero. Servirebbero 68 anni per consumare tutti i video sessuali pubblicati lo scorso anno su questo portale.
Ne Le lettere di Berlicche, di C.S. Lewis, il diavolo avvertiva il suo apprendista che se voleva distruggere una società bisognava iniziare colpendo la donna. Sembra che si sia imparata la lezione: la tendenza crescente nel 2017 è stata proprio il consumo di sesso da parte delle donne, cercando sesso lesbico e utilizzando a questo scopo soprattutto il cellulare.
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Buñuel diceva di essere contrario alla pornografia perché credeva nell’amore: “la pornografia è negativa perché esaurisce tutto, non lascia nulla all’immaginazione, non ha mistero”. Non vi ingannate: nessuno cerca nel porno né l’amore né nulla che serva per affrontare l’ultima mezz’ora di vita.
Il cinema pornografico e le sue tendenze mostrano al di sopra di tutto la solitudine dell’essere umano.