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Cosa bisogna sapere sulla splendida festa della Candelora

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Philip Kosloski - pubblicato il 01/02/18
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Anche se non è molto celebrata, mantiene una ricca tradizione della ChiesaSe contate 40 giorni dopo la celebrazione del Natale arrivate al 2 febbraio. Fin dalle origini, la Chiesa ha deciso per questo giorno una festa speciale, ed è l’ultimo giorno in cui Gesù appare bambino nel calendario liturgico prima della celebrazione della Quaresima.

La festa ha molti nomi diversi nella Chiesa cattolica romana. È stata definita festa della Presentazione del Signore, festa della Purificazione della Beata Vergine Maria e, più familiarmente, Candelora. Ogni nome ne sottolinea un aspetto diverso.

In primo luogo, si chiama festa della Purificazione della Beata Vergine Maria per via di un’antica legge mosaica spiegata nel Levitico:

Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia saranno compiuti, porterà al sacerdote all’ingresso della tenda del convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio di espiazione. Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà il rito espiatorio per lei; essa sarà purificata dal flusso del suo sangue (Levitico 12, 6-7).

Maria, essendo una fedele ebrea, rispettava la legge e fece ciò che le veniva richiesto. Dopo 40 giorni andò dal sacerdote con la dovuta offerta per essere dichiarata “purificata”.

La celebrazione liturgica è anche chiamata festa della Presentazione del Signore, e anche in questo caso corrisponde all’antica pratica ebraica di presentare il primogenito a Dio.

Ogni essere che nasce per primo da ogni essere vivente, offerto al Signore, così degli uomini come degli animali, sarà tuo; però farai riscattare il primogenito dell’uomo (Numeri 18, 15).

Come risulato, Maria e Giuseppe portarono con loro Gesù, come narra San Luca:

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore (Luca 2, 22-23).

San Luca riferisce che nel tempio la Sacra Famiglia incontrò un uomo anziano di nome Simeone, e quello che disse costui è il motivo per il quale la festa è chiamata Candelora:

Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele
(Luca 2, 29-32)

Simeone dichiarò che Gesù sarebbe stato una “luce”, e la Chiesa ha sviluppato il costume di accendere e benedire le candele in questo giorno. Storicamente, il sacerdote benedice tutte le candele usate durante la Messa di tutto l’anno. I fedeli ricevono anche le candele, e le parole di Simeone vengono ripetute nel canto. Il Messale Romano contiene questa preghiera che racchiude il simbolismo:

O Dio, fonte e principio di ogni luce,
che oggi hai rivelato al santo vecchio Simeone
il Cristo, vera luce di tutte le genti,
benedici questi ceri
e ascolta le preghiere del tuo popolo,
che viene incontro a te con questi segni luminosi
e con inni di lode;
guidalo sulla via del bene,
perché giunga alla luce che non ha fine.

Anche se non è una festa di precetto, è uno splendido giorno del calendario liturgico, che segna la fine del ciclo di Natale e anela alla luce che dissiperà l’oscurità nella Veglia di Pasqua – quando avrà luogo un altro servizio con le candele riconoscendo che “il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata” (Matteo 4, 16).

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]