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Il giorno in cui Don Bosco vide i diavoletti che ci distraggono a Messa

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Claudio De Castro - pubblicato il 29/01/18
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Una storia impressionanteDon Bosco è un santo molto amato nel mio Paese [Panama, n.d.t.] per la sua vita esemplare e perché ci aiuta a comprendere la devozione a Maria Ausiliatrice, ad amarla come nostra Madre, a sapere che si prende cura di noi e a capire l’importanza dell’Eucaristia e della purezza dell’anima. Il modo in cui ha aiutato i giovani continua ad essere un esempio nel mondo.

Nelle memorie biografiche di Don Bosco si narrano 159 sogni che ha fatto. All’inizio non dava loro importanza, e li raccontava per il profitto spirituale dei giovani, fino a quando si è reso conto che iniziavano a realizzarsi.

I sogni riguardavano molti temi, quasi sempre collegati alla salvezza delle anime e alla vita della Chiesa. Nei sogni gli venivano annunciati eventi futuri.



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Ho letto il libroI sogni di Don Bosco qualche tempo fa e mi ha colpito molto. Dovete leggerlo, è un testo meraviglioso.

Vorrei condividere uno di questi sogni perché spiega chiaramente una cosa su cui ho riflettuto a lungo: “Perché a volte mi distraggo tanto a Messa?”

Il 28 novembre 1861, il santo raccontò questo sogno ai giovani dell’Oratorio:

“Ho sognato che eravamo tutti riuniti in chiesa e iniziava la Santa Messa. Allora sono entrati nel tempio molti ometti vestiti di rosso e con le corna, ovvero dei diavoletti, e si sono messi a distrarre i giovani mentre pregavano.

Ad alcuni presentavano oggetti sportivi, ad altri un libro, a vari un piatto pieno di dolciumi e ad alcuni un armadio sul fondo del quale c’era una buona merenda. Ad alcuni riportavano alla mente il ricordo del loro paese e del loro quartiere, ad altri i dettagli dell’ultima partita.

 

Ogni giovane aveva un diavoletto che cercava di farlo pensare ad altre cose e non alle preghiere che si stavano recitando.

Alcuni diavoletti erano saliti sul corpo di certi giovani e si intrattenevano ad accarezzarli e a lisciar loro i capelli.

È arrivato il momento dell’elevazione dell’ostia, e al suono della campanella i giovani si sono inginocchiati e tutti i diavoletti sono scomparsi, tranne quelli che erano sul collo, che hanno voltato le spalle all’altare.

Appena terminata l’elevazione i diavoletti sono tornati e si sono dedicati un’altra volta a distrarre i giovani perché non facessero attenzione a quello che stavano recitando.

Credo che la spiegazione di questo sogno sia che i diavoletti rappresentano le distrazioni che ci assalgono quando preghiamo. Se preghiamo senza pensare a quello che diciamo, né alla persona con cui parliamo, né a quello che chiediamo, allora la preghiera perde buona parte del suo valore e del suo potere.

Quelli che hanno il diavoletto sul collo sono coloro che si trovano in una condizione di peccato mortale e non vogliono abbandonare questo peccato. Il diavolo non se ne va perché appartengono a lui, e a questi pregare risulta molto più difficile che agli altri”.



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Don Bosco, intercedi per noi presso Gesù, aiutaci a vincere le nostre passioni e ad allontanarci dalle occasioni di peccato, a valorizzare la purezza dell’anima, ad amare la nostra Santa Madre Chiesa, Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice, il buon San Giuseppe e il Papa.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]