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Pio XII ha veramente abbandonato gli ebrei?

Aleteia - pubblicato il 27/01/18

Una pièce teatrale, articoli di giornale, volumi lo ritraggono come un antisemita...

Pio XII ha fatto tutto ciò che ha potuto per il bene degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Tuttavia, in seguito alle prese di posizione della Chiesa di Olanda contro il nazismo, comprese che le sue dichiarazioni pubbliche avrebbero provocato delle severe rappresaglie contro le comunità ebraiche.

1. Pio XII si rese presto conto che le proteste contro il nazismo avrebbero causato pesanti ripercussioni sulle popolazioni, rivelandosi così controproducenti per gli ebrei.

– In Olanda, per esempio, quando il vescovo di Utrecht protestò contro il nazismo, la repressione fu immediata e terribile. Dopo la lettera in cui i vescovi dei Paesi Bassi condannarono “il trattamento ingiusto e senza grazia riservato agli ebrei”, che venne letta nelle chiese nel luglio 1942, i nazisti deportarono moltitudini di ebrei e cristiani tra cui anche Edith Stein. A causa di queste proteste l’Olanda detiene il triste record del più crudele sterminio della comunità ebraica (l’85%).

– In Polonia, l’arcivescovo Adam Stefan Sapieha di Cracovia e altri due vescovi polacchi chiesero al papa di non pubblicare delle lettere sulla situazione in Polonia, vista la ferocia della rappresaglia.




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– Tutti i vescovi tedeschi sconsigliarono al papa di pronunciare condanne pubbliche. Hitler sorvegliava, infatti, la Chiesa da vicino. Il papa affidò ai suoi nunzi il compito di girare l’Europa e raccogliere notizie sulle persecuzioni:  «Ditegli che il papa soffre con loro, soffre con i perseguitati (…) Se per il momento non alza oltre la voce, è solo per non causare dei mali peggiori»   (cf. Atti e documenti della Santa Sede relativi al periodo della II Guerra Mondiale:  20 volumi raccolti nel corso di 15 anni da 3 gesuiti).

– Robert Kempner, un magistrato ebreo di origine tedesca, procuratore aggiunto al processo di Norimberga ha scritto a questo proposito nel 1964:  “Qualsiasi presa di posizione di carattere propagandistico da parte della Chiesa contro il governo di Hitler sarebbe stata non solo un suicidio premeditato, ma avrebbe accelerato l’assassinio di un numero ben più grande di ebrei e di sacerdoti”.

–  Il grande rabbino della Danimarca sopravvissuto all’Olocausto spiega che ” se il papa fosse stato più esplicito, Hitler avrebbe massacrato probabilmente molto più di sei milioni di ebrei e forse dieci milioni di cattolici”.

– E infatti un’alta percentuale del clero europeo è stata uccisa nei campi di concentramento.




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2. Il papa ha messo allora in atto una politica di azioni segrete, contribuendo a salvare in Italia e nel mondo intero centinaia di migliaia di ebrei. Questa politica concreta di azioni segrete si iscriveva nella continuità della azione da lui portata avanti prima da sacerdote, poi come nunzio apostolico, ed infine come pontefice.

–  Uno dei grandi amici di gioventù del giovane Pacelli fu Guido Mendez, un ebreo. Insieme hanno celebrato lo Shabbat e Mendez ha insegnato l’ebraico al futuro papa. Pio XII l’ha in seguito aiutato a fuggire in Palestina all’inizio della guerra.

– Pacelli è stato nunzio apostolico in Germania dal 1917 a 1929, prima di stanza a Monaco poi a Berlino. Su quarantaquattro discorsi pronunciati nell’arco di questi dodici anni, in ben quaranta vengono denunciati i pericoli dell’ideologia nazista.

– In 1917, interviene per proteggere gli ebrei della Palestina contro i turchi ottomani.

– In 1926, aiuta il capo dell’Organizzazione sionista mondiale ad incontrare le autorità del Vaticano per promuovere degli insediamenti ebraici in Palestina.

– Nel luglio 1933, è l’attore principale di un concordato col Reich di Hitler, per salvaguardare un minimo di istituzioni e di libertà in favore dei cattolici tedeschi, e per dare una base giuridica alle eventuali proteste. Lo firma malgrado il suo disgusto per il comportamento iniquo del governo tedesco che fa pressione gettando in prigione più di 90 sacerdoti e chiudendo nove giornali cattolici.




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– Nel marzo del 1935, in una lettera aperta al vescovo di Colonia, tratta i nazisti come «falsi profeti con l’orgoglio di Lucifero». Sempre nel 1935, davanti a migliaia di pellegrini a Lourdes, attacca quelle ideologie “possedute dalla superstizione della razza e del sangue”. Centinaia di documenti che attestano dell’opposizione di mons. Pacelli al nazismo possono essere reperiti sul sito della “Pave the Way Foundation”.

– Da segretario di Stato lavora attivamente (conserviamo gli appunti scritti di suo pugno) alla redazione della grande enciclica di condanna del nazismo, “Mit brennender Sorge ” che è diffusa, nascosta e letta per sorpresa, in tedesco, il 14 marzo 1937, in tutte le chiese della Germania, poiché già non esiste più la libertà della stampa.

– Durante il suo mandato nelle vesti di segretario di Stato protesta in cinquantacinque lettere ufficiali con il governo tedesco. Ribbentrop e Steengracht, rispettivamente ministro e sottosegretario agli affari esteri del Terzo Reich, dichiararono a Norimberga: «avevamo un intero cassetto pieno di proteste del Vaticano».

– Diventato papa il 2 marzo 1939, nel suo Radio messaggio di Natale del 1942, parlò delle “centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento”.

– La sua prima enciclica da papa la “Summi pontificatus “, del 1939, era così chiaramente antirazzista che gli aerei alleati ne lanciarono migliaia di copie sulla Germania.




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– Quando il 20 settembre 1943 i tedeschi, che avevano occupato Roma 10 giorni prima, pretesero dagli ebrei della città 50 kg d’oro pena la deportazione, la comunità ebraica non riuscì a raccoglierne che 35 kg. Fu allora che il grande Rabbino di Roma, Zolli, venne contattato da Pio XII che fece sciogliere i vasi consacrati delle parrocchie di Roma senza esitare e portare i restanti 15 kg.

– Alcuni battelli venivano noleggiati in via straordinaria dal Vaticano per far fuggire gli ebrei due volte ogni anno, dal 1939 al 1945, verso la Repubblica domenicana, il Canada, il Messico e Cuba. Poiché numerose nazioni non erano disposte ad accogliere gli ebrei, venivano fornito loro a Roma dei falsi certificati di battesimo.

– Il papa fermò personalmente la deportazione di decina di migliaia di ungheresi chiamando il Reggente dell’Ungheria.

– Si oppose personalmente alla deportazione degli ebrei romani del 16 ottobre1943.  In un giorno, il Vaticano riuscì a nascondere, dare cibo e sostenere più di 7.000 ebrei, malgrado avessero i fucili tedeschi sotto le  finestre. La quasi totalità delle basiliche, chiese, seminari e conventi ospitarono e aiutarono gli ebrei. Nel 1943, 3.500 ebrei vennero ospitati a Castel Gandolfo mentre 400 furono arruolati nella Guardia Pontificia, quindi circa la metà della comunità ebraica di Roma. 7.000 ebrei di Roma vennero salvati dalla Chiesa. Durante il processo Eichmann del 1961, Gideon Hausner, procuratore generale di stato a Gerusalemme, disse : «A Roma, il 16 ottobre 1943, una grande retata è stata organizzata nel vecchio quartiere ebraico. Il clero italiano ha partecipato all’operazione di salvataggio, i monasteri hanno aperto le loro porte agli ebrei, il papa è intervenuto personalmente in favore delle ebrei catturati a Roma».




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– Il cardinale Pietro Palazzini nel ricevere la medaglia di Giusto tra le nazione per avere salvato gli ebraici al seminario romano, affermò: “Il merito è interamente di Pio XII che ordinò di fare ogni cosa nelle nostre possibilità per salvare gli ebrei dalla persecuzione”. Si sa anche che Pio XII veniva informato regolarmente dei tentativi di assassinio di Hitler tra il 1939 e il 1940. Sir Godolphin Francis Osborne D’Arcy, l’incaricato degli affari britannici che era in costante contatto con Pio XII sull’argomento, nota nel suo taccuino: «mai nella storia si è visto un Papa impegnarsi in modo così discreto nel tentativo di spodestare un tiranno con la forza».

– E dopo la guerra, è ancora il papa Pio XII a decidere l’astensione del Vaticano che permise la creazione dello Stato d’Israele all’ONU nel 1948.

– È stato riconosciuto che l’azione della Chiesa ha permesso di salvare più di mezzo milione di ebrei e Pio XII ha sempre incoraggiato questo operato. Da solo, ha salvato più ebrei di tutti gli altri leader religiosi del mondo.

3. Tra il 1943 e il 1945, a Roma, il generale Karl Wolff minacciò a più riprese di rapire e uccidere il papa, di sterminare tutta la curia, o di occupare il Vaticano, mentre faceva appello allo stesso tempo a Hitler affinché il papa cooperasse.

Il Generale in capo nazista a Roma ha confermato queste cose numerose volte prima di morire in una sua intervista disponibile sul sito della “Pave the Way Foundation”. Il papa doveva venire deportato in Lichtenstein ma il Generale, pensando che sarebbe stato un disastro per la Germania che in questo modo avrebbe rischiato la diserzione dei soldati cattolici dall’esercito, assicurava senza tregua Hitler sulla cooperazione del papa. Questi rapporti, che fanno credere che il papa era talvolta incline alle posizioni tedesche, sono i soli documenti che hanno potuto spingere alcuni a pensare ad un certo compromesso da parte di papa Pacelli, tuttavia occorre analizzare bene il contesto in cui vennero redatti.

– Pio XII, da parte sua, era tormentato continuamente dall’alternativa drammatica nella quale si trovava :  agire il più possibile ma solamente in segreto per preservare le popolazioni, a rischio di dare l’impressione di non fare abbastanza, oppure rilasciare delle dichiarazioni pubbliche e passare per un eroe ma scatenando una repressione terribile contro le moltitudini di innocenti.

– Il papa aveva anche dato vita a un governo in esilio per mettersi al riparo dalle minacce naziste e aveva lasciato delle disposizioni per un eventuale nuovo Conclave che avrebbe dovuto eleggere il nuovo papa, in un paese libero, qualora fosse stato catturato.




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4. Al termine della guerra, molti ebrei che avevano vissuto da vicino gli avvenimenti hanno celebrato con ammirazione la politica di azione segreta del papa in favore degli ebrei. Ma è nel 1963, con la pièce teatrale “Il Vicario”, scritta da due comunisti con l’aiuto e sulla scorta dei documenti del KGB per screditare la Chiesa, che nasce la leggenda nera su Pio XII, nella quale è ritratto come indifferente o addirittura ostile alla causa degli ebrei.

– Questa azione del KGB era motivata dal fatto che Pio XII era anche un papa anticomunista.

– Da qui i tanti pseudo-scandali che si sono succeduti nel tempo: il lavoro di John Cornwell, il film “Amen” di Costa-Gavras, la didascalia contro Pio XII allo Yad Vashem. Le manipolazioni denunciate a più riprese dagli storici restano purtroppo sconosciute al grande pubblico…

– Ma prima del 1963, tutti i responsabile dell’Israele hanno ringraziato senza sosta il papa ed hanno celebrato i suoi sforzi.

– Dopo la guerra, per esempio, l’ex Console d’Israele a Milano Pinhas Lapide dichiarò: “La Chiesa cattolica sotto il pontificato di Pio XII fu lo strumento che salvò 700.000 ma probabilmente fino a 860.000 ebrei da morte certa dalle mani dei nazisti. Queste cifre superano di molto quelle di tutte le altre chiese, istituzioni religiose ed organizzazioni caritatevoli messe insieme” (Three Popes and the Jews, 1967).

– Alla morte di Pio XII, Golda Meir, primo ministro d’Israele, dichiarò all’ONU nel 1958: «Durante i dieci anni del terrore nazista, mentre il nostro popolo soffriva un martirio spaventoso, la voce del Papa si levò per condannare i carnefici ed esprimere solidarietà alle vittime. Noi piangiamo un grande servitore della pace».

– Albert Einstein il 23 dicembre 1940, dirà a Time Magazine: “ Solo la Chiesa ha fatto quadrato sul percorso della campagna di Hitler per la soppressione della verità. Non ho mai avuto in precedenza un interesse particolare per la Chiesa, ma ora sento verso di essa una grande ammirazione, poiché la Chiesa sola ha avuto il coraggio e la perseveranza per difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Mi trovo quindi costretto a confessare: ciò che io un tempo disprezzavo, ora io lodo senza riserve”.

– Perché infatti, tutti gli altri sono stati vili o ostili: il grande Mufti di Gerusalemme si spostò a Berlino per far piacere a Hitler ed una legione musulmana combatterà al servizio dei nazisti in Bosnia, al fianco dell’esercito tedesco. Roosevelt, Churchill, De Gaulle, Stalin non fecero mai nessuna dichiarazione in favore degli ebrei. Coloro che combattevano la resistenza facendo saltare i treni che attraversavano l’Europa non tentarono  mai di fermare o di sabotare i convogli dei deportati. Gli Stati Uniti salvarono accogliendoli solo 22.000 ebrei in tutto mentre avrebbero potuto fare molto di più. Alla fine della guerra, le autorità britanniche respinsero gli ebrei usciti dai campi di concentramento che volevano entrare in Palestina.




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– Il rabbino David Dalin, di New York, ha compiuto nel 2001 un prezioso studio storico che conclude così: «Pio XII non fu il papa di Hitler, ma fu il più vicino agli Ebrei nel momento in cui questa vicinanza era importante […] Il Talmud insegna che “chiunque salva una vita, è considerato dalla Scrittura come se avesse salvato il mondo intero”. Pio XII ha adempiuto questo detto talmudico più di ogni altro leader del secolo XX, quando fu in gioco la sorte dell’ebraismo europeo. Nessun altro papa è stato così largamente apprezzato dagli ebrei, ed essi non si sbagliarono. La loro gratitudine, come pure quella dell’intera generazione di sopravvissuti all’Olocausto, attesta che Pio XII fu genuinamente e profondamente un Giusto fra le Nazioni”.

– Ci sono centinaia di altre testimonianze di questo tipo.

5. Tutti gli storici, compresi gli ebrei, hanno confermato da allora la verità conosciuta fin dalla fine della guerra, e avvalorata dalle innumerevoli testimonianze in favore di Pio XII e di centinaia di documenti. Al contrario, i detrattori di Pio XII non sono riusciti a produrre nessuno documento a suo sfavore.




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– Le voci diffamanti su Pio XII sono priva di fondamento e rischiano paradossalmente di rinforzare le tentazioni negazioniste, perché le persone scopriranno la verità presto o tardi, ed il sentimento naturale di collera, molto più forte dell’errore che sarà stata propagato in tutto questo tempo, provocherà inevitabilmente delle rimesse in discussione che potrebbero minare ingiustamente molto altre questioni storiche più gravi.

– È per questo che tra i più attivi difensori dell’eroicità delle virtù di Pio XII figurano numerosi ebrei, (cfr. per esempio il sito “Pave the Way Foundation” di Gary Krupp).

– Gli archivi del Vaticano sono stati aperti fino al 1939 e certe sezioni fino in 1947 come era stato chiesto dai detrattori di Pio XII, ma sembrerebbe che nessuno di loro sia venuto a consultare questi due ultimi anni.

– Continuare a diffondere la leggenda nera nata nel 1963 costituisce una menzogna e una diffamazione. E’ qualcosa che va contro gli interessi degli ebraici, della verità, e della storia.

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