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Cile: Rambo, il cane che ha salvato le carmelitane

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María Eugenia Coeymans | FACEBOOK

Sylvain Dorient - pubblicato il 26/01/18

Le suore carmelitane di Panguipulli sono uscite illese da un incendio doloso grazie all'intervento di un cane

All’alba di sabato 20 gennaio è scoppiato un incendio nella cappella della Candelaria, delle suore carmelitane che vivono vicino alla città di Panguipulli, nella provincia di Calafquén, nel cuore del Cile. Le religiose stavano dormendo e si sono salvate grazie all’intervento di Rambo, il cane dei vicini, che si è messo ad abbaiare freneticamente e ha svegliato quasi tutto il convento.

Grazie al suo intervento, i pompieri sono arrivati rapidamente sul posto, e con l’aiuto dei vicini sono riusciti a impedire che l’incendio si propagasse. L’incendio, le cui immagini sono state diffuse sulle reti sociali, è stato impressionante, e avrebbe potuto provocare varie vittime se Rambo, l’eroe del giorno, non avesse dato l’allerta.

Gli incendi dolosi, una cosa purtroppo abituale

La Polizia sospetta che si sia trattato di un incendio doloso, che un malvivente abbia rotto il vetro sul retro della cappella e abbia gettato dentro una bomba incendiaria. Il capo dei pompieri dispiegati sul luogo ha lamentato il fatto che la pratica degli incendi dolosi “stia diventando comune” a Panguipulli. “Una della cappelle più belle della zona [aveva 80 anni] è ormai ridotta in macerie”.

La superiora carmelitana María Daniela ha affermato a Radio Bio Bio di non capire la violenza nei confronti della sua comunità: “Siamo donne di pace. Questa è un’oasi di pace”, ha affermato. Rivolgendosi agli autori dell’incendio, ha inviato un messaggio personale: “Dovete mettervi alla presenza di Dio. È un peccato sapere che ci sono persone che si dedicano a fare il male, perché sapete che con il male il mondo non va avanti”.

Visita papale e incendi

Se il capo dei pompieri inserisce l’incendio nel contesto di una specie di pratica locale regolare è perché questo attentato è il quarto registrato contro una chiesa in Cile dalla visita di Papa Francesco tra il 16 e il 18 gennaio. Prima dell’arrivo del Pontefice, a mo’ di minaccia, gli aggressori hanno cercato di incendiare tre luoghi di culto nella capitale Santiago del Cile. Hanno anche espresso una minaccia contro il Pontefice scrivendo su un opuscolo “Papa Francesco, le prossime bombe saranno contro la tua tonaca”.

Oltre a queste chiese, i malviventi hanno attaccato anche tre elicotteri antincendio, una scuola e una struttura agricola nell’arco di due settimane. Gli autori dei fatti non sono stati identificati chiaramente, ma in base agli opuscoli che hanno lasciato dicono di agire per i diritti degli amerindi mapuche e chiedono “la liberazione di tutti i prigionieri politici del mondo”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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