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Papa Francesco ha davvero “sposato” i membri dell’equipaggio?

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Francisco Vêneto - pubblicato il 24/01/18

Da alcuni punti di vista no, da altri sì. E allora?

In vari mezzi di informazione cattolici si è sollevata in questi giorni una polemica sull’uso del verbo “sposare” relativo al matrimonio di Carlos Ciuffardi e Paula Podest, due membri dell’equipaggio del volo su cui viaggiava il Papa in Cile, alla presenza del Pontefice stesso.

Alcuni media hanno intitolato “Il Papa ha sposato due membri dell’equipaggio in Cile”, cosa che ha portato i difensori di un uso ristretto del verbo “sposare” a sostenere che a rigore Papa Francesco non ha sposato nessuno. Sono stati Carlos e Paula a sposarsi.

Ma alla fine, il Papa li ha sposati o no?




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Il Catechismo

Da un punto di vista piuttosto specifico, che è quello della dottrina cattolica, l’affermazione per la quale il Papa non li ha sposati vuole ricordare che il ministro di ciascuno dei sette sacramenti della Chiesa è la persona che fa sì che il sacramento si realizzi. Nel caso dell’Eucaristia, ad esempio,il ministro è il sacerdote. Nel caso dell’ordine sacerdotale, il ministro è il vescovo. Nel caso del matrimonio, i ministri sono gli sposi stessi. Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega:

1623 – Secondo la tradizione latina sono gli sposi, come ministri della grazia di Cristo, a conferirsi mutualmente il sacramento del Matrimonio esprimendo davanti alla Chiesa il loro consenso.

È proprio così: nel caso del matrimonio, il diacono, il sacerdote, il vescovo o perfino il Papa è solo un testimone, da parte della Chiesa, del sacramento conferito dagli sposi stessi l’uno all’altro. Prosegue il Catechismo:

1630 – Il sacerdote (o il diacono) che assiste alla celebrazione del Matrimonio accoglie il consenso degli sposi a nome della Chiesa e dà la benedizione della Chiesa. La presenza del ministro della Chiesa (e anche dei testimoni) esprime visibilmente che il Matrimonio è una realtà ecclesiale.

È quindi corretto e opportuno precisare che il Papa non ha “sposato” nessuno, a patto che sia ben chiaro che il senso di questo verbo, nel caso specifico, è quello di “amministrare il sacramento del matrimonio”. Il Papa è stato solo un testimone, sono stati Carlos e Paula a sposarsi.

Nonostante questo, dire “Padre Tizio ha sposato Caia e Sempronio” non è sbagliato. Il fatto è che il verbo “sposare” non ha un unico significato.

Il dizionario

Solo due dizionari portoghesi, l’Aulete e il Priberam, menzionano rispettivamente sette e quattro significati del verbo “sposare”, ed entrambi citano “unirsi in matrimonio” come uno di quelli principali.

L’Aulete porta come esempi: “Quel sacerdote ha già sposato molta gente. Lei si sposerà con Bruno. Ci siamo sposati a marzo. Lui non si è ancora sposato. Mi sono sposata due mesi fa”.

La frase “Padre Tizio ha sposato Caia e Sempronio” è un esempio di portoghese perfettamente corretto. Se la maggior parte dei cattolici non comprende che padre Tizio non è stato il ministro del sacramento, pur essendo stato lui a sposare i due, entriamo in un altro discorso – e la colpa di questa mancanza di comprensione non è del verbo “sposare”, ma della cattiva catechesi offerta ai cattolici in gran parte delle parrocchie.

La logica

Già che ci siamo addentrati nel mondo affascinante del linguaggio umano e delle sue sfumature, non costa niente approfittare per ricordare l’importanza di distinguere tra il termine e i concetti che questo può indicare. Questa distinzione è uno dei pilastri della logica fin dai tempi di Aristotele (e comprenderla eliminerebbe una quantità incalcolabile di discussioni superflue).

Usiamo un esempio simpatico: in Brasile, il termine “gato” si riferisce in primo luogo a una specie di felino, il gatto, che è il maschio della gatta e il padre dei gattini, ma può riferirsi anche a un’installazione clandestina di energia elettrica e della TV a pagamento, oltre ad essere un modo di dire per indicare un bell’uomo. Insomma, il termine “gato” può indicare (almeno) tre concetti che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. È il contesto che mostrerà qual è il senso che si vuole dare al termine in ogni caso.

Nell’universo cattolico, il verbo “consacrare” è un classico esempio di termine che può indicare concetti diversi, pur se collegati per analogia. Il suo significato originale è “rendere sacro”, ma questo termine viene usato anche nel senso di “dedicare”, “offrire”. Se qualcuno dice di aver “consacrato la famiglia alla Madonna”, evidentemente non vuole dire che ha reso sacra la sua famiglia come un sacerdote consacra un altare, e men che meno come Gesù ha consacrato l’Eucaristia.

Il buonsenso

Quanto alle connotazioni popolari già “consacrate” del verbo “sposare”, la legittima preoccupazione cattolica non dovrebbe essere quella di imporre restrizioni indebite (e perfino ingenue) all’estensione e al significato del termine, ma di chiarire i concetti dottrinali che implica.

Quando si capisce quali sono i ministri di questo sacramento, non c’è alcun problema grave nell’impiego del verbo “sposare” nella connotazione di “essere il sacerdote che presiede la cerimonia religiosa nella quale un uomo e una donna amministrano a se stessi il sacramento del matrimonio”. Questa connotazione è così comune in spagnolo che Papa Francesco l’ha usata in questo stesso senso, senza che alcun teologo serio si affrettasse a condannarlo per eresia.

Buonsenso, per favore.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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