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Il luogo in cui San Pietro battezzò Santa Prisca

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Maria Paola Daud

Maria Paola Daud - pubblicato il 23/01/18

Le Domus Ecclesiae: Santa Prisca

Le prime comunità cristiane si riunivano per i loro riti religiosi in case private. Una sala serviva per il culto e il pasto comunitario. Ciò accadeva prima dell’editto di Milano, all’epoca delle persecuzioni cristiane, e quindi i fedeli si riunivano con ogni precauzione per non essere scoperti. Questi luoghi venivano definiti Domus Ecclesiae, che in latino significa “casa dell’assemblea”, o “casa della chiesa” – quelle che vengono comunemente chiamate “chiese domestiche”.

L’uso di queste piccole chiese è documentato nelle lettere di San Paolo, come possiamo vedere nella Lettera ai Romani 16, 3, in cui saluta Aquila e Prisca, che possedevano una casa a questo scopo sul colle Aventino di Roma.

Dal punto di vista architettonico, i luoghi di culto cristiani non si distinguevano dagli edifici normali, anche se è possibile che già prima del 312 fossero state costruite specificatamente per il culto alcune semplici strutture. In genere le Domus Ecclesiae portavano il nome del proprietario: Ecclesiae Caeciliae, Ecclesiae Clementis, Ecclesia Priscae…

La nostra idea è mostrarvi queste meravigliose Domus Ecclesiae, che dopo duemila anni di cristianesimo restano in piedi custodendo preziosamente la storia e la tradizione della nostra fede cristiana.

Iniziamo con la Domus Priscae, dal nome del personaggio menzionato da San Paolo nelle sue lettere.

È molto difficile stabilire la vera identità di questa martire romana, nonostante i tanti studi di documenti antichi, visto che è probabile che le varie notizie su di lei si riferiscano a persone diverse.

Una tradizione afferma che in realtà si tratti della stessa Priscilla menzionata in Atti 18, 1-4: “Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto. Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di tende”. Un’altra tradizione afferma che in realtà Prisca era la figlia di Aquila e Priscilla.

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Maria Paola Daud

Non solo la tradizione, ma anche gli studi archeologici, dicono anche che la casa di Aquila e Priscilla ospitava riunioni del culto cristiano e che venne visitata da San Pietro e San Paolo.

In base alla leggenda, la chiesa conserva il fonte battesimale, in uso ancora oggi, in cui San Pietro battezzò Santa Prisca.

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La chiesa è stata restaurata varie volte nel corso degli anni, fino ad acquisire l’aspetto attuale, e conserva (pur essendo stata attaccata nel 1084 dai normanni) le 14 colonne della sua antica struttura.

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Maria Paola Daud

L’abside ricorda con un grande dipinto il Battesimo di Santa Prisca ad opera di San Pietro.

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Anticamente Santa Prisca era una delle chiese in cui il Papa celebrava la Messa del martedì della Settimana Santa.

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[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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