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Che cos’è che ci lega a Gesù in maniera intima?

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PixabaySAVA86

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 23/01/18

"Si è di Cristo quando si decide di voler vivere facendo la volontà di Dio" (don Luigi Maria Epicoco)

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». (Marco 3, 31-35.)

Che cos’è che ci lega a Gesù in maniera intima? Il sangue, lo stesso cognome, la razza, il colore della pelle, la lingua? Se così fosse noi non potremmo mai avere davvero dei legami profondi con Lui. La pagina del vangelo di oggi viene incontro proprio all’intimo desiderio che abbiamo di “essere suoi”, come una madre, un fratello, una sorella. Di sentirci familiari con Lui. Nell’episodio raccontato arrivano proprio loro a cercarlo, i suoi veri parenti: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano”. Ma Gesù è circondato da una folla che lo sta ascoltando. Ci verrebbe da dire che non accoglie l’invito a uscire perché è impegnato, ma Gesù non dice di essere impegnato, dice semplicemente che non ha bisogno di uscire da lì per incontrare una madre, un fratello, una sorella: “Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre»”. È capovolta così la definizione di appartenenza familiare a Lui. Si è di Cristo quando si decide di voler vivere facendo la volontà di Dio. E si è estranei quando si decide di seguire altre volontà, fosse anche la propria. Si deduce quindi che la risposta di Gesù non è un atto di mancanza di rispetto nei confronti di Maria Sua Madre, o del manipolo di cugini che lo cerca (questo significa l’espressione “fratello-sorella” nel Vangelo). È un po’ come se avesse voluto dire che Maria è davvero la Madre non perché l’ha solo portato nel grembo per nove mesi, ma perché ogni singolo istante della Sua vita ha sempre voluto ripetere il suo “Eccomi” al Signore, il suo fare la volontà di Dio. In questo senso dovremmo imparare tutti a divenire discepoli alla maniera di Maria, la più perfetta tra tutti i discepoli, l’immagine più nitida di ogni credente. Imitare Maria non significa cambiare il nostro DNA, ma cambiare le nostre scelte.

#dalvangelodioggi

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