Come fratello laico non sarebbe mai diventato sacerdote, non avrebbe mai celebrato la Messa o ascoltato confessioni, ma avrebbe vissuto sotto lo stesso tetto, indossato lo stesso abito e condiviso le preghiere. Avrebbe anche preso i voti di povertà, castità e obbedienza. Sarebbe stato custode del monastero.
Gerardo abbracciò questo ruolo e servì la comunità al meglio, fungendo da giardiniere, sagrestano, portiere, cuoco, falegname e ovviamente sarto.
I bambini accorrevano da lui per ascoltare le sue splendide storie e imparare come pregare. Una volta, mentre un folto gruppo di loro era seduto accanto a lui ad ascoltarlo, un ragazzino cadde da un precipizio. Quando arrivarono dal bambino pensarono che fosse morto. Gerardo disse al padre del piccolo “Non è niente”, poi tracciò la croce sulla fronte del bimbo e questi si risvegliò. Fu solo uno dei tanti miracoli di Gerardo testimoniati dalla gente.
Gerardo contrasse la tubercolosi e morì il 16 ottobre 1755, ad appena 29 anni. Molti miracoli sono stati attribuiti alla sua intercessione. Uno spicca come motivo per il quale è diventato noto come patrono delle mamme. Qualche mese prima della sua morte fece visita a una famiglia; gli cadde il fazzoletto e una delle bambine lo prese per restituirglielo, ma lui le disse di tenerlo perché un giorno ne avrebbe avuto bisogno.
Anni dopo, ormai sposata, stava per partorire e il medico era sicuro che il bambino non sarebbe sopravvissuto. Ricordò allora il fazzoletto e chiese di portarglielo. Quando se lo poggiò sul grembo il dolore scomparve e partorì un bambino sano, senza alcuna spiegazione.
Gerardo Majella è stato beatificato nel 1893 da Papa Leone XIII e canonizzato l’11 dicembre 1904 da Papa San Pio X.
San Gerardo Majella, prega per tutti i bambini ancora non nati che rischiano di morire, e per tutte le mamme incinte, ovunque siano.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]