Dalla "proiezione" alla "identificazione", così ci difendiamo dalle nostre insicurezze
I meccanismi di difesa sono strategie inconsce che elaboriamo per “fuggire” dal dolore psicologico prodotto dai pensieri automatici, ma frequentemente senza affrontarlo in modo diretto.
Per esemplificare. Ci accade qualcosa che non percepiamo come positivo. In automatico la nostra mente la associa a dei pensieri: invece di riflettere su di essi e affrontarli, capita che “preferiamo” una via di fuga. Ecco qui i meccanismi di difesa.
Nel DSM-IV-TR, il manuale ufficiale di psicologia se ne identificano sette. Il primo a individuarli è stato Sigmund Freud.
1. Razionalizzazione
E’ la tendenza a dare spiegazioni apparentemente razionali a comportamenti provocati da reazioni emotive per eliminare il senso di colpa. Vediamo alcuni esempi di razionalizzazioni.
Quando un padre, dopo un rimprovero sproporzionato e addirittura violento a causa di un comportamento del figlio, dice a se stesso, al figlio o a chi è presente: «Lo faccio per il suo bene», «Non dobbiamo lesinare castighi se vogliamo che nostro figlio diventi una persona per bene», «Se non li si educa con durezza poi finiscono per essere dei pappamolla», formula con queste e altre idee simili delle giustificazioni a un modo di comportarsi che, in fondo, sa non essere giusto e, poiché prova un forte senso di colpa, pretende di liberarsene motivando razionalmente i suoi comportamenti.
Questo meccanismo è probabilmente quello più comunemente utilizzato.

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2. Proiezione
Consiste nell’addebitare agli altri i limiti o i difetti che uno, a livello inconscio, crede di avere.
La persona che ricorre a un tale meccanismo è molto irascibile, esigente e critica, si lamenta in continuazione di tutti e di tutto e finisce per diventare insopportabile per chi gli sta accanto, che si allontana per il fastidio che generano le sue continue critiche. Le idee che queste persone han- no di solito sono del tipo: «Come sono tutti maldestri!», «Come si fa a far così male le cose!», «Quanto inaffidabile è la gente; non puoi fidarti di nessuno!», «È che nessuno utilizza il cervello, non pensano!». È evidente che c’è una visione molto negativa di tutto il contesto, probabilmente proiezione dell’idea negativa che la persona ha inconsciamente di se stessa.

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3. Vittimismo
Si può considerare un tipo di meccanismo di proiezione a causa del quale la persona ritiene che tutti i suoi mali provengano dal cattivo comportamento o dall’atteggiamento scorretto del mondo intero nei suoi confronti.
Chi assume comportamenti vittimistici è solitamente capriccioso, troppo centrato su se stesso e con un concetto di sé molto negativo. In altre parole, nel proprio inconscio non ci si accetta e ci si considera di scarso valore. Questo sentimento di rifiuto lo proiettiamo, però, sugli altri e percepiamo come negativi fatti o parole che non hanno all’origine alcuna intenzione di rimprovero. Nell’inconscio, persone simili pensano di meritare solo il rifiuto degli altri e perciò interpretano tutto ciò che gli altri fanno loro come un rifiuto. Possono addirittura arrivare a interpretare negativamente gli atteggiamenti positivi o di sincero interesse che gli altri hanno nei loro confronti.

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4. Identificazione
Consiste nell’imitare comportamenti, atteggiamenti, modi di vestirsi, idee, ecc., di qualche persona di successo o comunque affermata, sperando così di vincere le proprie paure o insicurezze.