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La medicina come atto di misericordia: l’esperienza del ginecologo Bruchalski

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Jaime Septién - Aleteia Spagnolo - pubblicato il 19/01/18

Una domanda attraverso Guadalupe, “Perché mi fai male?”, gli ha cambiato la vita

Una clinica di Ginecologia e Ostetricia che si chiami Tepeyac potrebbe trovarsi in qualsiasi luogo del Messico o dell’America Latina, ma perché anche nel nord dello Stato della Virginia, in piena Costa Ovest degli Stati Uniti?

Il motivo è quello che ha visto e sentito il suo fondatore nella basilica di Guadalupe, sul colle del Tepeyac, a Città del Messico. Una domanda di Dio attraverso lo sguardo della Vergine, “Perché mi fai male?”, ha cambiato la vita e la pratica medica del ginecologo statunitense John T. Bruchalski.

Corpo, mente e spirito

La clinica, o meglio il gruppo Tepeyac OB / GYN, situato a Fairfax (Virginia), si definisce “una struttura medica pro-vita di Ostetricia e Ginecologia, dedicata alle donne e alle loro necessità individuali”.

Si tratta di un’équipe di cinque ostetriche/ginecologhe certificate, nonché di levatrici e infermiere per tutte le donne, “attente al loro corpo, alla mente e allo spirito”.

Impresa completamente cattolica, offre una gamma completa di servizi di Ginecologia e Ostetricia, dalla salute adolescenziale a quella in menopausa. “Tepeyac”, dice sulla sua presentazione web, “serve il nord della Virginia da più di vent’anni”.

In un settore in cui spesso si assiste purtroppo ad attentati contro la vita e manipolazione del corpo della donna, la clinica fondata da Bruchalski spicca per la sua missione, che va al di là della medicina e si inserisce nella trilogia misericordia-giustizia-rapporto medico/paziente.

Medicina misericordiosa

Per questo gruppo, la medicina “è un atto di misericordia”, un modo in cui Dio effonde la sua salvezza nel mondo. “La medicina misericordiosa rappresenta la dignità della persona umana a tutti gli stadi”.

Chi lavora in questo centro pro-vita crede fermamente che “Cristo sia il massimo guaritore e il centro di tutti i nostri rapporti”, ed è quindi impegnato a onorare “la persona completa: corpo, mente e spirito”.

La cura medica a cui “Dio ci chiama”, dicono i medici del Tepeyac, è una cura integrale, ovvero attenta ovviamente all’aspetto fisico, ma anche a quello emotivo, spirituale o finanziario.

Il valore fondamentale, in base alla sua dichiarazione di principi, è “la benedizione della fertilità della donna”. L’obiettivo è “abbracciare, anziché reprimere, il dono della fertilità”, amando il paziente e sforzandosi di alleviare il dolore. “Anche quando ci sforziamo di alleviare la sofferenza, possiamo trovarle un senso nella misura in cui ci uniamo più profondamente a Cristo”.

Chi è il dottor Bruchalski?

John T. Bruchalski si è laureato in Medicina presso l’Università dell’Alabama del Sud nel 1987, specializzandosi in Ginecologia e Ostetricia presso l’Eastern Virginia Medical Center e il Jones Institute for Reproductive Medicine di Norfolk, in Virginia, nel 1991. Ha ricevuto tutte le credenziali nel 1993.

All’inizio Bruchalski ha realizzato aborti per il desiderio di aiutare le donne, ma si è reso conto che l’aborto non le aiutava a raggiungere la libertà, la salute e la felicità che cercavano. Poco tempo dopo è tornato alla fede cattolica e ha “sentito la chiamata di Dio a iniziare una pratica di specializzazione medica che aiutasse davvero le donne”. Così, nel 1994, ha fondato Tepeyac a Fairfax, impegnandosi a servire tutte le donne, “indipendentemente dalle loro convinzioni, i loro precedenti o la situazione finanziaria”.

Nel 2000 ha fondato Divine Mercy Care, un’organizzazione senza scopo di lucro che finanzia l’assistenza prenatale e post-parto per circa il 30% delle pazienti incinte del Tepeyac in condizioni di necessità economiche.

Il dottor Bruchalski si mette il più possibile a disposizione per parlare di etica e coscienza, bioetica, manipolazione di ormoni e fertilità, e per offrire la propria testimonianza di fede.

Cosa pensano i pazienti del Tepeyac

Tra le tante opinioni favorevoli che ha ricevuto questa impresa cattolica ne spiccano due:

“Sono una paziente con assicurazione medica che ha scelto questi medici per la loro fede e il valore che danno alla vita delle madri e dei bambini che servono. Sono orgogliosa di loro e li raccomando a tutti, indipendentemente da religione e convinzioni, perché sono medici in cui si può avere fiducia. Al giorno d’oggi è una cosa sempre più rara”.

“Che sollievo trovarsi di fronte a una pratica (medica) che non raccomanda cure per la fertilità che violerebbero la nostra coscienza! Il medico che ha pianto con noi quando abbiamo perso il nostro primo figlio per un aborto spontaneo ha anche gioito con noi quando vari anni dopo è nata nostra figlia. Grazie a Dio per la sua misericordia!”

Senz’altro un grande esempio di scommessa sulla vita in una società che punta sempre più sulla cultura della morte, come emerge chiaramente da una delle risposte del dottor Bruchalski al Catholic Business Journal:

“Consideriamo la medicina un atto di misericordia, non ‘football politico’. Come ospitare le persone senza casa, vestire gli ignudi, nutrire gli affamati, istruire gli ignoranti, consigliare i dubbiosi: la medicina è un vero atto di misericordia”.

Per ulteriori informazioni su OB / GYN, https://www.tepeyacobgyn.com/

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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