Il commento al Vangelo di oggi di don Luigi Maria EpicocoIn quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. (Marco 3, 1-6)
“C’era un uomo che aveva una mano inaridita”. È così che inizia la scena del Vangelo di oggi. In realtà il soggetto principale dovrebbe essere quest’uomo, il suo volto, la sua sofferenza, il suo bisogno di essere preso a cuore, ma tutto si sposta su Gesù in una maniera malata: “e lo osservavano (Gesù) per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo”. Sembra che la priorità della gente presente non sia la sofferenza di quell’uomo in difficoltà, ma il bisogno di trovare valide ragioni per avere ragione. Capita spesso anche a noi di perdere di vista ciò che conta perché siamo preoccupati non tanto a cercare la verità ma a trovare un modo per avere ragione. Avere ragione e vivere per una cosa vera non sempre coincidono. È Gesù che deve compiere un gesto forte per ristabilire il centro scenico vero di quello che sta accadendo: “Egli disse all’uomo che aveva la mano inaridita: «Mettiti nel mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?». Ma essi tacevano”. In realtà la domanda è semplice: è più importante la sofferenza di quest’uomo o il fatto che oggi è sabato? Amare significa ricordarsi che le persone valgono sempre quell’eccezione che conferma e non annulla la regola. L’amore è sempre una questione di eccezione e non di semplice applicazione di una giustizia. Un figlio vuole essere amato non per giustizia distributiva (uguale a tutti), ma di amore preferenziale, come se fosse l’unico, come se avesse diritto a un’eccezione. Ma certe finezze non le possono comprendere quelli che pensano che basta dosare bene gli ingredienti per far venire fuori una torta buona. Cucinare è un’arte non una tecnica. Esige cuore non solo giuste misurazioni. E solo il cuore sa ciò che serve essenzialmente affinché la torta riesca. Solo il cuore intuisce ciò che conta: “E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell’uomo: «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata”.
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