La ricetta è scavare nei propri pensieri inconsci e "sostituirli". Un'operazione alla portata di tutti. Vediamo come farla
E’ possibile controllare le mie ansie, le mie paure, la mia ira? Certo che si. Iñaki Guerrero Ostolaza lo spiega bene in “Come essere liberi. Manuale di auto-aiuto per vivere più sereni” (Città Nuova edizioni). Si tratta di aver anzitutto la consapevolezza che per migliorarsi sotto questi aspetti bisogna “lavorare” sui propri pensieri inconsci. Vediamo come si fa.
Dove nasce la nostra ira
Ci sono persone che tendono a essere più irascibili, si arrabbiano molto facilmente e reagiscono con eccessiva aggressività in situazioni nelle quali la maggior parte della gente non lo farebbe.
Non di rado si creano intorno un vuoto: la gente preferisce non averci a che fare perché il loro modo di reagire le mette in difficoltà, sempre che non le allontanino veramente arrabbiati o infastiditi. Tutto ciò genera in queste persone un forte malessere che non migliora le cose, semmai il contrario: quanto peggio stanno, più aggressivi e irascibili diventano.
Dietro tale comportamento, dietro quest’ira senza controllo, ci sono una serie di pensieri inconsci che la scatenano. A un primo livello, il più superficiale, tali pensieri potrebbero essere formulati in un modo simile a questo: «La gente è stupida! Come si possono fare le cose così male?», «È un disastro che le persone non stiano più attente!», «Non sopporto che la gente sia così distratta!», «Se non si fanno bene le cose, diventa un caos!», «Qualcuno deve pur far capire agli altri che bisogna far meglio le cose!».
Possiamo supporre un pensiero perfezionistico di fondo: «Tutto ciò che non è perfetto è un disastro». E come abbiamo già visto, la logica conseguenza è pensare che tutto sia un disastro, dal momento che non c’è nulla di perfetto.
Carenza di autostima
Di frequente la persona irascibile ha una carenza di autostima cui vuole rimediare con il perfezionismo, atteggiamento che la porta a sentire di continuo il proprio fallimento e a proiettarlo sugli altri.
Di contro, le reazioni di coloro che vengono malamente trattati dalla persona irascibile possono essere o di esagerata sottomissione o di ribellione e rifiuto. In entrambi i casi, però, non lasciano tranquillo l’irascibile che si rende conto del suo comportamento esagerato e si sente colpevole.
Come per altre situazioni emotive troppo intense, il rilassamento può contribuire notevolmente a contenere l’ira. Ma dal punto di vista cognitivo, l’accortezza più efficace è prendere coscienza dei pensieri automatici che provocano l’esplosione di ira e metterli in discussione, sostituendoli con pensieri come questi: «In realtà, ciò che è successo non è così grave», «Tutto il mondo sbaglia e anch’io», «È impossibile non commettere errori».
Disattivare questi pensieri
Chiaramente, sono solo alcuni dei ragionamenti che possiamo opporre ai pensieri che ci irritano. Se, però, riesco a pensare in un modo più oggettivo e sereno, il livello di ira diminuirà immediatamente e cominceranno a scomparire le esplosioni di rabbia. È fondamentale essere coscienti che non si riesce a disattivare questi pensieri una volta per tutte, ma che è un processo in cui si alterneranno successi e fallimenti, e la cosa importante è continuare a volerlo sopra ogni cosa.
L’ansia è una paura diffusa, senza un oggetto chiaro: abbiamo paura di ciò che può capitare. Quanto meno chiari sono i fatti negativi che ci aspettiamo accadano, con tanto più pessimismo li pensiamo; la nostra previsione è sempre tesa al peggio.
La nostra ansia può essere scatenata da molteplici fattori. Alcune persone soffrono un’ansia di tipo sociale: costa loro fatica relazionarsi con gli altri perché pensano sempre di essere rifiutati, si sentono incapaci e mai all’altezza. I loro pensieri inconsci di solito sono di questo tipo: «Non piacerò a nessuno»; «Mi renderò ridicolo», «Nessuno vorrà stare con me».